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Giulia Marengo e i 32 frammenti dell’anima

Giulia Marengo è una ragazza albese; ha un lavoro in banca e una smisurata passione per la letteratura. Il 22 di dicembre è uscito il suo secondo libro, Trentadue frammenti dell’anima dopo Un antico peccato, vincitore del premio Cittadella. La narrativa fantasy lascia qui spazio a 32 racconti che vanno dalla commedia al giallo, presentati la settimana scorsa in Banca d’Alba.

Caparezza cantava «il secondo album è sempre il più difficile nella carriera di un artista». Come ti sei trovata alle prese con il tuo secondo libro? «Il secondo libro edito non è necessariamente il secondo in ordine di scrittura. Nel mio caso, è il quarto lavoro con cui mi sono cimentata. Dopo Un antico peccato, ho concluso altri due romanzi prima di dedicarmi a Trentadue frammenti dell’anima, che raccoglie dieci anni di racconti. Sono in ordine cronologico: alcuni risalgono al 2002, i successivi sono abbastanza recenti. Sergio Bevilacqua, il mio editore, ci ha creduto molto. È stata una gran bella sfida, e spero che il risultato si riveli quello sperato».

C’è una storia che ti ha particolarmente appassionata? «Ho amato tutti i racconti, perché ognuno di essi è un piccolo universo. Tuttavia, devo confessare un debole per quelli noir, come Cubi Snc e Quel maledetto suono. Sebbene siano tutti opera di fantasia, in tanti è possibile ritrovare riferimenti a storie che mi sono state raccontate, aneddoti, immagini suggerite da amici e conoscenti. Li ho tormentati per mesi chiedendo che mi raccontassero qualcosa! È quanto conferisce loro quell’alone di veridicità che è imprescindibile per un frammento di vita».

Di cosa sanno i racconti brevi rispetto ai fantasy? È stata una piccola parentesi nel mare della narrativa epica, un ripensamento o una pausa di riflessione? «Nessuna delle tre. Mi piace diversificare. Amo molto i racconti. Le mie copie delle raccolte di Poe e Lovecraft sono consumate, a forza di essere lette e rilette. E Trentadue frammenti dell’anima mi ha dato l’opportunità di sperimentare molti generi diversi – dal noir al giallo, al fantastico, al romantico, alla commedia, al dramma. La differenza – rispetto al fantasy, ai romanzi in generale – è che i racconti sono una sfida più impegnativa. Sono trentadue storie che devono essere tutte compiute e tutte diverse. Rappresenta uno sforzo creativo notevole, forse maggiore di quello necessario per un romanzo».

Un antico peccato è parte di una trilogia. A quando il seguito? «È previsto per il 2013. Quest’anno uscirà anche un altro romanzo, un fantasy diverso, ambientato nel nostro mondo e in una città che amo molto, Colonia. E sto lavorano a un nuovo manoscritto, di un genere tutto differente. Mi piace sorprendere!».

Alessandro Costa

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