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Porte aperte, sempre e per tutti

MONTÀ In tre anni di attività il gruppo Caritas montatese ha moltiplicato i volontari e gli interventi. Il sodalizio festeggerà a breve il terzo compleanno – è nato, infatti, nel febbraio 2010 su iniziativa del parroco, don Domenico Degiorgis (in foto), che ha “raccolto” in un gruppo ufficiale le molteplici esperienze di volontariato attive sul territorio – ed è passato da un pugno di persone a ben 23 volontari attivi, sul territorio di Montà e Santo Stefano. La Caritas montatese fa fronte oggi a 40 richieste per il Banco alimentare ogni mese, alle quali si aggiungono una decina di persone, alle quali i volontari offrono conforto, ascolto e sostegno, anche economico. Sono molti, tanti che non è dato contarli, coloro che visitano l’Armadio di San Vito. I responsabili riassumono questi tre anni: «Le richieste di aiuto sono aumentate e si concentrano sulle esigenze più semplici e quotidiane: il fabbisogno alimentare e la casa. Sintomo di un malessere crescente, di una difficoltà ad “arrivare a fine mese” che si allarga a toccare sempre più famiglie ». Il profilo degli utenti è variegato, dietro alle richieste ci sono spesso storie pesanti di difficoltà e di disfatte. Il 70%è arrivato da lontano (marocchini, romeni o albanesi). Il 30% è “gente di qua”: roerini, italiani in gravi difficoltà. Dietro a queste cifre ci sono famiglie intere ma anche tante persone sole, in questo caso soprattutto italiane, magari anziane e con un figlio a carico, studente o disoccupato. La crisi ha mietuto posti di lavoro, specie nell’edilizia, e sono tanti i padri che, perduto l’impiego, si rivolgono alla Caritas montatese, perché non sanno come mantenere i figli. Tra le tante storie che si intrecciano e dispiegano i loro fili di speranza davanti ai volontari montatesi, c’è quella di Angela (il nome è di fantasia), vedova, con un figlio adulto a carico, disoccupato e con problemi. Angela vive in una cascina e con la sola pensione minima già prima stentava ad arrivare alla fine del mese. Ora, a causa di interventi inderogabili di manutenzione della casa, si è trovata senza risorse. Angela avrebbe parenti stretti e fisicamente vicini, ma essi non vogliono più saperne di lei, per via di discussioni avute in passato. Così, isolata e senza mezzi, ha bussato alle porte della Caritas. E le è stato aperto.

Andrea Audisio

Centro di ascolto. Nucleo centrale delle attività è lo spazio a cui, chi è in difficoltà, può rivolgersi, tutti i giovedì, dalle 9 alle 11: basta recarsi in canonica. Attraverso i dati raccolti dal Centro di ascolto, gli operatori valutano lo stato di bisogno e attivano le iniziative più adatte.

Banco alimentare. È una delle prime (e più richieste) attività: una o due volte al mese, il sabato mattina nella ex camera mortuaria in via Torino 56b, vengono distribuiti generi alimentari di prima necessità, che arrivano dal banco centrale di Moncalieri o che sono acquistati con fondi del gruppo. A volte vengono erogati buoni da spendere in alimentari in un centro commerciale del paese e pure legna da ardere.

Bollette e affitti. Sono sempre più frequenti le richieste di aiuto economico per pagare le utenze o i canoni di locazione, che vengono risolte nei limiti delle potenzialità del Centro di ascolto montatese.

Lavoro. Il centro montatese mette anche in contatto le famiglie che richiedono una badante o una collaboratrice domestica con le possibili candidate.

Armadio di San Vito. Nella canonica vengono raccolti abiti usati che, una volta a settimana, il lunedì dalle 15 alle 16, sono distribuiti a chi si presenta a richiederli.

Progetti speciali. Su segnalazione delle maestre dell’Istituto comprensivo montatese, vengono offerti ai bambini, che non possono permettersele, sostegni per le attività scolastiche o sportive (il doposcuola o l’ingresso in piscina con i compagni di classe). Questa iniziativa ha preso il nome di Contributo benessere bambini. È appena partito il progetto Campagna per i carcerati, coordinato dal centro montatese, insieme a Santo Stefano e a Monteu, per richiedere indumenti e oggetti per igiene personale da portare ai detenuti della Casa circondariale albese.

Fondi. Il gruppo montatese è sostenuto da un contributo della Diocesi (la cui entità, quest’anno, non è ancora stata definita). Cerca, inoltre, di autofinanziarsi grazie a collette interne mensili e attraverso il ricavato della vendita di torte o abiti, messi in vendita sulle bancarelle la domenica mattina.

Preparazione. I volontari non tralasciano la preparazione personale, organizzando ritiri spirituali e facendo, individualmente, continue esperienze di sostegno e vicinanza a persone sole o in strutture apposite. a.au.

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