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Acquarelli di Galetto per ritrarre personaggi a Beppe

La parola ritratto fa pensare all’immobilità. Ma Paolo Galetto nei suoi dipinti si dimostra in grado di realizzare delle istantanee: oltre agli umori, congela il movimento, le abitudini e le manie. Portraits è il titolo della mostra allestita (con il sostegno del gruppo Miroglio) per la Primavera di bellezza nella chiesa di San Domenico: saranno esposti 32 ritratti del pittore torinese, primi piani di intellettuali, personaggi dello spettacolo, e politici. Inaugurazione mercoledì27 alle 17.15.

Galetto, Picasso sostenne che una persona, in genere, non è così brutta come quando viene ritratta.

«Penso che Picasso fu una persona molto provocatrice. Invertirei il paradigma dicendo: una persona non è tanto bella come quando viene fotografata. D’altronde, per ciò che mi riguarda, dipingo per screditare i pregiudizi che avvolgono le persone più discusse. Un ritratto ha insito il potere di mostrare diverse sfaccettature delle cose».

Per quale motivo esegue ritratti?

«Non esiste una particolare motivazione; è semplicemente il mio principale metodo di espressione, un’arte che esercito da sempre. Con i giornali che aumentano la richiesta, ho deciso di dedicarmi in particolare ai ritratti: non ho un tema specifico: per Vogue dipingo le donne intervistate, per il quotidiano personaggi politici e uomini del momento».

L’arte contemporanea predilige l’idea. Significa che chi predilige la tecnica non ha futuro?

«No, anzi, significa il contrario; è destinato a scomparire chi non si dimostra in grado di saper padroneggiare la tecnica, sia nell’arte che nell’economia. Mi auguro che col passare del tempo le creazioni possano tornare a essere accessibili alla maggior parte delle persone, non solo usufruibili da un manipolo di persone che ostentano conoscenza».

Crede che la digitalizzazione delle immagini rappresenti una“ minaccia” per l’arte figurativa?

«Ho lasciato la pittura digitale per compiere alcuni passi indietro: i disegni a computer sono perfettamente imitabili; quelli a mano conservano caratteristiche uniche. Mi ritengo a favore delle tecniche tradizionali. Ma può esistere un punto d’unione, ovvero la digitalizzazione dei dipinti effettuati, per la divulgazione attraverso Internet».

mar.vi.  

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