Ultime notizie

Rischio di chiusura per il centro Bonafous

CORTEMILIA Il Centro diurno per disabili dell’ente “Bonafous” rischia di chiudere? La domanda sorge spontanea leggendo la lettera che il presidente del “Bonafous” Giovanni Destefanis ha inviato ai vertici dell’Asl Cn2 e del Consorzio socio-assistenziale per accendere i riflettori sulle problematiche finanziarie che preoccupano una realtà molto importante nell’ambito della socio-assistenza locale.

«I conti sono in ordine e non presentano passivi. I problemi nascono dal fatto che il nostro sodalizio deve incassare circa 80 mila euro dall’Asl Cn2 e dal Consorzio socioassistenziale, i cui pagamenti sono fermi dalla scorsa estate. In questo momento non ci troviamo di fronte a una crisi, ma se il credito non verrà saldato nel giro di poco tempo, la situazione, già a partire dall’estate, potrebbe aggravarsi. Ringrazio la Comunità montana che si è sempre dimostrata attenta, pagando in tempo quanto pattuito », ha dichiarato Destefanis.

I segnali di difficoltà non mancano, come testimoniano la mancata assunzione di un nuovo operatore del Centro diurno, in sostituzione di quello a cui è scaduto il contratto a tempo determinato non più rinnovabile, e la politica di contenimento delle spese adottata negli ultimi mesi. «Le spese sono state ridotte a quelle indispensabili (peraltro il Consiglio di amministrazione non percepisce alcun compenso, nda) e si è cercato di aumentare gli introiti fornendo, con l’aiuto di alcuni volontari, il servizio mensa per la scuola media di Cortemilia. Questi provvedimenti, però, non sono sufficienti per salvaguardare un centro che, di fatto, vive di donazioni e soprattutto di finanziamenti pubblici provenienti dal settore socio-assistenziale », ha evidenziato Destefanis, precisando che gli ospiti del Centro diurno usufruiscono del servizio gratuitamente.

La situazione, per certi versi, ricorda quella dell’ospedale “Santo Spirito”, anch’esso Istituzione pubblica di assistenza e beneficenza (Ipab) come il “Bonafous”, che rischia di andare “in bolletta” per colpa dei tagli nei trasferimenti effettuati dall’Azienda sanitaria locale.

«I numerosi, ripetuti, solleciti verbali non hanno avuto esito positivo; all’ente resta la liquidità solo per gli stipendi di marzo e aprile. Operando nel settore scolastico e socio-assistenziale il “Bonafous” dal 1852, ha superato periodi di guerra e crisi, ma ora se chi di dovere non interverrà prontamente, liquidando una grossa parte del credito, si dovrà, consapevolmente, sancirne la chiusura, il trasferimento, se possibile, dei dipendenti o, in ultima analisi, il licenziamento, e decretare la fine del servizio agli utenti. Faremo comunque il possibile e anche di più per scongiurare la chiusura del centro», ha asserito il presidente del “Bonafous”.

In attesa di risposte dall’Asl e dal Consorzio socio-assistenziale, sulla questione è intervenuto Roger Davico della Sezione albese della Cisl-Funzione pubblica: «Purtroppo si tratta di un’altra situazione di difficoltà causata dai ritardi nei pagamenti, che penalizza non solo gli ospiti della struttura ma anche i dipendenti e, di conseguenza, intere famiglie».

Enrico Fonte

LA STORIA Nato nel 1852 da un lascito

L’ente, fondato nel 1852 dal vescovo di Alba mons. Costanzo Fea, è stato costituito grazie al lascito di Gabriella Bonafous, istruttrice di damigelle nata ad Alba alla fine del Settecento. Per più di un secolo, il centro ha ospitato la scuola e l’asilo gestito dalle suore. Poi, negli anni Ottanta, ha scelto di fornire assistenza ai disabili e ha cambiato sede, sistemandosi nel fabbricato situato nella piazza della chiesa di San Pantaleo. Nel 1989 è stato creato il Centro diurno per disabili e negli anni successivi, in seguito a donazioni pubbliche e private, l’ente “Bonafous” è riuscito a restaurare e ampliare, grazie anche all’intervento della comunità montana “Alta Langa”, le strutture (dotate di laboratori e cucina) e ad assumere dipendenti.

Banner Gazzetta d'Alba