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Zibba. Lezione su Luigi Tenco

Il cantautorato italiano del dopo Duemila è vivo; tra i suoi esponenti spicca Sergio Vallarino, meglio conosciuto come Zibba: insieme con gli Almalibre (tradotto, “Anima libera”) è sui palchi dal 1998. Il premio Tenco, ricevuto l’anno scorso, ha consacrato il cantautore ligure e il suo gruppo con un’implicita equiparazione a Afterhours o Tiromancino. Sabato 23marzo, in ZonaH, Zibba racconterà il suo rapporto con l’opera di Luigi Tenco, il cantautore e attore piemontese morto suicida a Sanremo nel 1967, del quale il 21 marzo ricorrerà il 75° anniversario dalla nascita. L’appuntamento è alle 21 per la lezione Ciao amore ciao, organizzata dal team di Collisioni per la rassegna Jukebox all’idrogeno.

Sergio, raccontaci il tuo legame con Luigi Tenco.

«Ho partecipato alla realizzazione della compilation Sulle labbra di un altro incisa in suo onore; ho reinterpretato il branoCara maestra;ho vinto il premio, un’occasione per approfondire la conoscenza di uno dei più grandi cantautori italiani; ho avuto modo di stabilire un contatto con la sua storia, le sue idee e i temi da lui trattati e misono scoperto davvero simile e affine a Tenco».

Critici sostengono che il cantautorato sia morto con De André. Come commenti?

«Credo che il cantautorato possegga delle sostanziali differenze rispetto al passato: senza dubbio ha una dimensione più ampia; basti pensare alla cultura hip hop o ai cantanti solisti. Dente, Brunoli sono solo alcuni esempi tra gli artisti che stanno tenendo alto il nome della musica italiana. I critici nostalgici tendono a idolatrare i cantautori storici. Ma spesso non si tiene conto che il lavoro non arriva dal singolo, ma dalla cooperazione di tante persone; oggi come una volta, i cantanti sono persone normali che fanno il loro lavoro per tentare di esprimere il mondo».

Quanto le tue composizioni subiscono l’influenza delle altre arti?

«Senza dubbio esiste un’influenza letteraria; ma di solito mi trovo a considerare i miei brani come piccoli film, dei cortometraggi capaci di raccontare una storia. Quando compongo cerco di visualizzare delle immagini capaci di suscitare emozioni».

Come avverti il commercio di brani musicali on line?

«Un cantante deve rendersi conto del procedere del mondo: come il calzolaio è un mestiere destinato a scomparire, perché le scarpe costano poco e i giovani, al posto di aggiustarle, le sostituiscono, il musicista deve sapere che il disco è un oggetto dimenticato, perché meno comodo rispetto a Youtube o all’iPod. Purtroppo il mondo dei negozi di dischi scomparirà, e pur essendo una rinuncia a un contatto diretto con le persone, bisogna prenderne atto e cercare di aggiornarsi. La maggior parte delle persone che conosco spende metà della propria giornata sul web».

Marco Viberti

Enrico Deregibus: «Influì molto, sulla musica italiana, con il tempo»

Enrico Deregibus incalzerà Zibba e interverrà per parlare del suo libro: Il mio posto nel mondo. Luigi Tenco, cantautore. Ricordi, appunti, frammenti (Rizzoli). È autore anche delle biografie di Francesco De Gregori (Quello che non so, lo so cantare, Giunti) ed è curatore del Dizionario completo della canzone italiana (Giunti).

Enrico, quanto ha influito la figura di Luigi Tenco sul panorama musicale italiano?

«Credo molto, a distanza di tempo. Non so se negli anni Sessanta ci si rendesse conto del potenziale del cantautore ligure. Si è scoperta la sua singolarità una decina di anni dopo la sua morte. Nonostante la sua breve carriera ha dimostrato di essere un artista poliedrico: ha sperimentato vari generi, dal jazz alla canzone francese, dal rock al cantautorato italiano. Con le sue scelte ha insegnato molto ».

Come avverti il mondo del cantautorato in Italia?

«Fino a cinque o a sei anni fa avrei potuto pensare che gli artisti non fossero originali come un tempo. Ma mi sono dovuto ricredere. Analizzando la musica contemporanea, soprattutto il circuito indie, ci si trova di fronte ad alcune realtà davvero interessanti: penso a Baustelle, Paolo Benvegnù, alle Luci della centrale elettrica o allo stesso Zibba. Ma occorre tenere presente che il modo di intendere la musica cambia da un decennio all’altro: basti pensare alla differenza tra Tenco e De Gregori, o tra De Gregori e Daniele Silvestri».

Quale ruolo ricopre la critica musicale?

«Rispetto a qualche anno fa credo sia passato in secondo piano. Alcuni artisti in crisi di identità trovano coraggio nel leggere una buona recensione, ma con l’era di Internet e con il semplice reperimento dei vari generi musicali, il giudizio di un giornalista è ben poca cosa».

mar.vi.

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