EGEA non conosce crisi

Arrivano buone notizie dalla multiutility Egea, che ha presentato il bilancio di sostenibilità del 2012, chiuso con una nuova crescita del fatturato. Ne abbiamo parlato con l’amministratore delegato del Gruppo, Pierpaolo Carini.

Il bilancio di Egea “vola” ancora, Carini?

«Il fatturato è salito dai 693 milioni di euro del 2011 a 766 milioni dell’anno passato. Per il 2013 si prevede un’ulteriore crescita a 886 milioni. Gli investimenti sono ammontati a circa 24 milioni, in aumento rispetto ai 21 investiti nel 2011».

Come siete riusciti a raggiungere un risultato del genere in un momento così complicato?

«Stiamo avvertendo la crisi in maniera leggermente inferiore rispetto ad altre aziende in quanto abbiamo sempre attuato una politica “contadina”, caratterizzata da investimenti graduali. Inoltre, siamo molto attenti a scegliere i nostri clienti, che devono assicurare precise garanzie finanziarie. Terzo fattore che ha inciso positivamente è la clientela retail, diffusa, che, in quanto alle tempistiche di pagamento è risultata essere una delle migliori d’Italia».

I dipendenti aumentano?

«Sì. Nel 2010 i dipendenti delle società del gruppo Egea erano 504, mentre oggi sono 518, due in più rispetto ai 516 del 2011. L’82 per cento di loro ha un’età inferiore ai 40 anni e l’età media è di 35. Come si evince dal bilancio di sostenibilità (quello cioè che non tiene conto soltanto dei numeri dell’esercizio finanziario), non è in corso alcun contenzioso lavorativo».

A proposito di crisi, come giudica l’incerta situazione politica italiana?

«Sono perplesso: in un contesto economico così negativo, le divisioni esistenti tra i vari schieramenti andrebbero lasciate da parte. È d’obbligo uscire al più presto da questa impasse politica perché se, effettivamente, come sembra, l’economia mondiale inizierà a riprendersi nel secondo semestre del 2013, l’Italia, senza un governo solido, rischia di non essere in grado di seguire la ripresa».

Ad Alba la congiuntura ha raggiunto il suo picco massimo?

«Lo spero, ma non è detto. Tutto dipenderà dall’andamento generale dell’economia. La città sta patendo molto la crisi ma per fortuna, grazie all’apporto di grandi aziende radicate sul territorio, in una misura inferiore rispetto ad altre città del Nord Italia».

La crisi non ha frenato le obbligazioni Egea, vero?

«Lo scorso ottobre si è pensato di fare un esperimento, emettendo un prestito obbligazionario di 5 milioni di euro e fissando l’importo massimo di ogni singolo prestito a 50 mila euro. Il risultato è stato positivo, tanto che le richieste sono state più di tre volte superiori all’offerta di prestito. Anche il rendimento delle obbligazioni è stato positivo e si è attestato al 4,5 per cento lordo, pari al 3,6 netto. Nel 2013, difficilmente emetteremo un nuovo prestito,ma nel futuro è molto probabile che l’esperimento venga ripetuto».

Nel prossimo futuro la sede di Egea dovrebbe trasferirsi. Quando?

«Sui tempi, al momento, non mi sento di fare previsioni. In ogni caso, confermo che la nostra volontà è di trasferire la sede del Gruppo sui terreni di proprietà tra Gamba di Bosco e via dell’acquedotto, dove vorremmo realizzare una struttura simile a quella che utilizziamo oggi».

Enrico Fonte

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