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Incontri e degustazioni alla rassegna veronese

VINITALY Qualche considerazione sul recente Vinitaly è d’obbligo, considerando che il settore vino e, più in generale, l’agroalimentare rappresentano i settori meno coinvolti nella grave crisi economica.

Allo stand del Consorzio di tutela dell’Asti i visitatori sono rimasti piacevolmente sorpresi dalle novità assolute presenti nelle aree tematiche. Asti hour (Asti miscelato con frutta, in quattro diversi abbinamenti, per un consumo diverso, giovane e leggero); “Le radici dell’Asti“ (il territorio, ambientato tra vere viti di moscato mediante la proiezione di un inedito filmato in 3D con tutte le immagini delle stagioni dalla potatura alla vendemmia); “Uva fresca” (grappoli di moscato bianco conservati inalterati per oltre 7 mesi, grazie a un particolare procedimento di abbattimento della temperatura; una novità assoluta per il Vinitaly).

Erano possibili anche approfondimenti professionali con analisi sensoriali sull’uva e degustazioni guidate. I dati parlano chiaro: oltre 5.000 bicchieri di Asti serviti nella domenica di apertura e oltre 10.000 cocktail durante l’intero Vinitaly.

Al padiglione riservato ai produttori piemontesi, c’era buona presenza di pubblico. Lo stand istituzionale della Regione era per la verità piuttosto ridimensionato, ma alcuni convegni erano molto interessanti. Citiamo quello su “Nizza è Barbera” e anche l’originale incontro sui vini dei terrazzamenti delle Valli Belbo e Bormida. Una delle poche battaglie ambientaliste vinte ha portato alla rinascita della viticoltura tra i ripidi sorì (spesso terrazzati) delle due valli. E ora sono disponibili le prime bottiglie di Dolcetto d’Alba e Moscato d’Asti, grazie alla tenacia del presidente della cantina sociale Terrenostre di Cossano Belbo, Pietro Cerruti, e dell’enologo Felicino Bianco. Grandi consensi alla degustazione guidata.

Il viticoltore Franco Roero, di Montegrosso, ha un’espressione che racconta tutto. «Contatti giusti, non molti, ma proficui. Germania, Cina, ma anche enoteche della Lombardia», afferma. Infine, da non perdere l’incontro organizzato da Eataly e Veronafiere tra Matteo Renzi, Flavio Tosi e Angelo Gaja. Strapieno l’auditorium “Verdi”, tra fotografi, giornalisti e molti produttori. Dopo l’intervento del patron di Eataly Oscar Farinetti, Gaja in 5 minuti ha descritto il mondo del vino italiano negli ultimi 50 anni. Anche Tosi ha ottenuto consensi, ma il protagonista era Renzi. Bravissimo nella comunicazione e ancora di più nelle battute. A proposito dell’eccesso di burocrazia: «Ma Gesù, quando ha trasformato l’acqua in vino, ha avuto problemi di burocrazia? ». E ancora più bravo nel non raccogliere provocazioni, seppur belle. «E più facile promuovere il Chianti in America, oppure Bersani a Roma?», ha concluso Gaia con sintetica eleganza. Applausi per tutti.

Lorenzo Tablino

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