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Papa Francesco: “La Sindone è Dio che parla al nostro cuore”

TORINO. Non è un semplice guardare, ma un venerare, uno sguardo di preghiera. Anzi, ancora di più, è un lasciarsi guardare”. Papa Francesco, in un video messaggio,  ha commentato così lo stare davanti alla Sindone. Lo riporta l’Agenzia dei giornali diocesani che racconta l’ostensione della Sindone, avvenuta sabato 30 marzo, a Torino. Già nel 2010, in preghiera davanti al Sacro Lino, Benedetto XVI, aveva definito la Sindone “icona del sabato santo”. Di qui, lo spunto di offrire una mini ostensione.

Le porte della Cattedrale, per l’occasione, si sono aperte a poco più di 300 persone, tra ammalati e disabili con i loro accompagnatori, e a una trentina di giovani torinesi che stanno vivendo il sinodo diocesano giovanile. Una funzione sobria, che seppure dettata dai ritmi televisivi, ha coinvolto tutti. Silenzio, emozione e preghiera hanno segnato la funzione. Un momento speciale, prima della preghiera davanti alla Sindone, è stato quando, dopo aver benedetto gli ammalati, mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e Custode pontificio del Telo, è andato ad abbracciare i sofferenti in carrozzina.

Nel suo messaggio, Papa Francesco ha ricordato che “l’uomo della Sindone ci aiuta a contemplare Gesù di Nazareth” e rivolgendo un messaggio di speranza ha detto che “questa immagine impressa nel Telo, parla al nostro cuore” e che il “volto della Sindone comunica una grande pace, ci invita a non perdere la speranza”. Anche mons. Nosiglia ha evidenziato che “la Sindone richiama il buio del sepolcro di Cristo, ma lascia anche intravvedere la luce della sua risurrezione, ci mostra le profonde sofferenze causate al Signore dalla sua passione e morte in croce, ma annuncia la vittoria della grazia sul peccato, della speranza sulla disperazione”. Con il pensiero rivolto ai più giovani ha ricordato: “Non abbiate paura della Croce di Cristo e di ciò che essa rivela. La Sindone dice che amare significa soffrire con la certezza che il Dio della vita vince il male con il bene e trasforma anche il dolore in via di redenzione e di salvezza”.

Toccanti le tre testimonianze espresse, dall’anziano sacerdote diocesano don Domenico Allemandi che dalla sua carrozzina ha detto “offro la mia sofferenza”, alla mamma Maria Magnino, poliomelitica anche lei seduta in carrozzina che ha confessato davanti alla Sindone “ho bisogno di Te per imparare gesti e parole”; al giovane volontario Rocco Peloso che ha reso “grazie perché attraverso il servizio di volontario ho sperimentato la bellezza di donarmi agli altri”.

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