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I grandi amici Natale Bussi e Giuseppe Girotti

Don Natale Bussi e padre Giuseppe Girotti: un filosofo famoso e un biblista, simbolo di umanità e Giusto tra le nazioni. Il primo, nato a Santo Stefano Belbo nel 1907, grazie ai suoi studi fu anticipatore del Concilio Vaticano II e in seguito divulgatore e attuatore dello stesso. Un raffinato intellettuale, amico di Beppe Fenoglio. Il secondo, albese, religioso domenicano, è ricordato per le sue azioni per evitare agli ebrei la deportazione nei Lager. Catturato dai nazisti in seguito a una delazione, finì i suoi giorni il 1° aprile 1945, a Dachau. Papa Francesco ha autorizzato – per Girotti e per altri martiri del totalitarismo – il decreto di beatificazione. La cerimonia è in programma per la prossima primavera ad Alba. Ma oltre al disprezzo per la guerra e per la persecuzione, i due condividevano l’amore per la cultura e il desiderio di diffonderla.

Nel cammino di preparazione alla beatificazione e per rendere omaggio ai due intellettuali, giovedì 30 maggio si terrà l’incontro I grandi amici, organizzato dall’associazione Padre Giuseppe Girotti. L’appuntamento è fissato alle 20.45 nella chiesa di San Giuseppe. Sarà un’occasione per approfondire la storia di Alba nel decennio 19381948. Interverranno don Cesare Battaglino, l’avvocato Ettore Paganelli e la professoressa Tiziana Cabutto, laureata in filosofia con una tesi sul tema Natale Bussi, tra personalismo e cristocentrismo.

Perché è importante ricordare don Natale Bussi?

«Egli fu un riferimento forte, sia dal punto di vista culturale, sia dal punto di vista politico. Il suo sapere era grandissimo; conosceva la filosofia nel dettaglio, soprattutto per ciò che riguardava gli autori tedeschi e i testi mitteleuropei. E non si tratteneva dal divulgare le sue conoscenze; fu una pedina fondamentale per lo sviluppo della dottrina filosofica ad Alba, soprattutto per i giovani. Occorre ricordare la sua collaborazione con Teodoro Bubbio per i cosiddetti “corsi cultura”. La partecipazione al Concilio Vaticano elevò ulteriormente la sua responsabilità. Fu poi un fiero oppositore del fascismo, contrario alle persecuzioni e alle leggi razziali».

Quale legame intercorreva tra Bussi e Girotti?

«Non credo che i due avessero un rapporto profondo. Ma hanno condiviso le stesse lotte e gli ideali: ambedue erano impegnati nel supportare gli ebrei in fuga dai nazifascisti. Permisero ad alcune famiglie cuneesi di trovare rifugio in Svizzera: trovarono i contatti e le sistemazioni per molti perseguitati. Girotti e Bussi avevano inoltre in comune la passione per gli scritti di san Tommaso d’Aquino, più in generale condividevano l’amore per la filosofia».

Cosa si intende per cristocentrismo? Per personalismo?

«Si tratta di concetti simili; in parole brevi rappresentano definizioni del credo; derivano da un pensiero di Tommaso d’Aquino: l’uomo deve aspirare a Dio,ma al contempo deve saper riconoscere l’altro uomo, la fragilità altrui e i bisogni. È il concetto opposto all’individualismo, oggi imperante. Si tratta di un credo attento alle persone, alla quotidianità e alla realtà».

Marco Viberti

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