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Diego Rosa risponde ai tifosi: “Lo sport, prima di tutto, è divertimento”

Con questa domanda, si conclude la nostra lunga intervista in diretta con Diego Rosa, che ringraziamo ancora per la gentilezza! Ne approfittiamo per complimentarci con lui per l’ottimo Giro d’Italia e gli auguriamo di proseguire in questo modo la sua carriera sui pedali!


Livio Oggero (collaboratore di Gazzetta d’Alba): dopo l’ottimo Giro d’Italia, ora viene il bello e il difficile. Quali sono i tuoi punti di forza per mantenere la “testa sulle spalle” e i piedi, in questo caso, ben ancorati ai pedali?
Rosa: «Per fortuna, avrò presto nuove gare, così non farò in tempo a rilassarmi troppo. Personalmente, non ho motivo di montarmi la testa e quindi continuerò sempre a impegnarmi al massimo come ho fatto finora».

Alessandro Fantello: In passato hai fatto anche l’insegnante di mountain bike. Cosa diresti oggi a un ragazzino intenzionato a praticare con costanza il ciclismo? E ai suoi genitori?
Rosa: «Spesso i genitori spingono i propri figli all’esasperazione, dimenticando che fino a una certa età il ciclismo, così come tutti gli altri sport, deve essere una semplice passione. Se un ragazzino ha le qualità riuscirà sicuramente a emergere, anche senza dover vivere lo sport come una professione già in tenera età».

Mario Viberti: L’anno prossimo sceglierai di correre in uno squadrone, nel quale probabilmente guadagnerai bene ma sarai “costretto” a fare lo scudiero a un campione affermato, oppure opterai per un team medio, nel quale avrai più libertà di azione? Spero opterai per la seconda soluzione…
Rosa: «Ho ancora un anno di contratto (fino a dicembre 2014, nda) con l’Androni Giocattoli-Venezuela. Ora è presto per pensare al futuro».

Sul futuro a lungo termine.

 

Pierangelo Bonardi: L’Amministrazione albese organizza per domenica 2 giugno  “Alba in bici”. Ci farebbe piacere che tu fossi presente. Sarà possibile averti con noi?
Rosa: «Grazie per l’invito! Farò il possibile per esserci!»

Gabriele Caviola: Quale sarà il tuo programma di gare dopo l’ottimo Giro disputato?
Rosa: «Dal 13 al 16 giugno parteciperò alla “Route du Sud”, in Francia, per preparare il campionato italiano che si disputerà in Trentino. A luglio farò un mese di riposo, per poi tornare in sella con le classiche italiane».

Sul futuro a medio termine.

Bruno Turella: Quali accorgimenti tecnici e di gestione della gara hai dovuto adottare per fare il passaggio al ciclismo su strada?
Rosa: «A livello tecnico ho dovuto alzare e arretrare la sella, perché c’è bisogno di una pedalata più fluida che faccia distendere meglio la muscolatura. Ho dovuto lavorare molto sulla gestione dell’alimentazione».

Bruno Turella: Quali sono le differenze principali tra mountain bike e ciclismo su strada?
Rosa: «Prima di tutto il chilometraggio delle gare. Poi, l’intensità, che in mountain bike è maggiore rispetto a quella su strada. Una gara in mtb è paragonabile a una cronometro nel ciclismo su strada; una lunga tappa nel ciclismo su strada, invece, richiede una maggiore esperienza nella gestione dell’alimentazione e delle energie».

Sul passato nel mondo della mountain bike.

Cristiano Lanzardo (collaboratore di Gazzetta d’Alba): A parte l’aspetto agonistico, hai attraversato l’Italia da sud a nord usando un mezzo sicuramente alternativo per le distanze che hai coperto. Che impressioni ti sei fatto del nostro Paese?
Rosa: «Ho notato che, a seconda delle regioni, cambia il modo di fare il tifo lungo le strade. Per quanto riguarda i paesaggi, purtroppo, non abbiamo il tempo materiale per ammirarli».

Ricardo Pichetta e Alberto Nardin (ciclisti cuneesi in forza al team Monviso-Venezia): Il Giro, soprattutto per chi lo guarda dall’esterno, è anche una grande festa. Com’è stata l’esperienza al villaggio di partenza tra stand pubblicitari, vip, spettacoli e miss?
Rosa: «Intorno al Giro c’è davvero un gran movimento, ci sono tante persone che lavorano per rendere ancora più bella la Corsa rosa. Purtroppo, noi corridori non possiamo partecipare alle tante iniziative collaterali che precedono e seguono le tappe».

Alessandro Fantello: Come ti sentivi fisicamente e psicologicamente alla fine di ogni tappa? E come ti senti ora che il Giro è finito?
Rosa: «In alcune tappe sono arrivato in hotel davvero provato, in altre meno. Fisicamente ho concluso il Giro in crescendo».

Alberto Gatto (consigliere comunale di Alba): Hai mai pensato di riuscire a vincere una tappa durante questo Giro?
Rosa: «Sì! L’obiettivo di ogni corridore, e anche il mio, è quello di arrivare a braccia alzate, però una quindicina di corridori mi era superiore in salita e, quindi, per poter vincere, avrei dovuto anticiparli con una fuga».

Marco Gaviglio: il team manager della tua squadra, Gianni Savio, mantiene il suo proverbiale aplomb anche nei momenti “privati” con voi corridori e, soprattutto, l’ha mantenuto quando i giudici hanno squalificato il vostro velocista Mattia Gavazzi (per essersi fatto trainare dalle ammiraglie durante una tappa di montagna) e quando i senatori hanno “bloccato” la corsa sul Moncenisio?
Rosa: «Non è soprannominato Principe a caso. E’ pacato in tutti i suoi modi di fare e non ha mostrato nervosismo nemmeno quando Gavazzi è stato squalificato o nell’occasione del “patto di non belligeranza” sul Moncenisio».

Paolo Serino: Un amico di Biella, che incontro alle corse, mi dice sempre che c’è grande armonia nel team Androni, la tua squadra. È vero? Se sì, è dovuto al team manager Savio? 
Rosa: «Sì, è vero. Sembra di stare in una grande famiglia. Savio punta molto sullo spirito di squadra».

Gabriele Caviola: Com’è stato essere l’uomo più affidabile del campione italiano Franco Pellizotti quando la strada saliva? Che rapporto si è instaurato tra di voi?
Rosa: «Siamo entrati in sintonia, anche perché abbiamo caratteristiche tecniche piuttosto simili e, di conseguenza, potevo essergli di aiuto nelle tappe più difficili. Sull’altopiano del Montasio, ad esempio, è stato proprio Franco (Pellizotti, nda) a chiedermi, nella riunione precedente la gara, di attaccare insieme a lui».

Fabrizio Tacchino (preparatore): Cosa hai provato scalando, peraltro nei primi posti del gruppo, salite storiche come le Tre cime di Lavaredo sulle quali hanno vinto campioni del calibro di Merckx?
Rosa: «Durante la fatica la concentrazione è tutta sulla gara e non si riesce a pensare a quello che significano quelle strade. Quando rivedi le immagini in Tv, però, ti accorgi di aver partecipato a un evento che rimarrà nella storia».

Paolo Stacchini (collaboratore di Gazzetta d’Alba): Sei l’ultimo “alfiere”, in ordine di tempo, che porta il Roero sugli scudi. Sei orgoglioso?
Rosa: «Sono orgogliosissimo! Ne approfitto per ringraziare le tante persone che ieri sera (lunedì 27 maggio, nda) mi hanno festeggiato con una festa a sorpresa. Ciò dimostra che la comunità cornelianese è molto unita».

Pierangelo Bonardi (consigliere comunale di Alba): Quale emozione si prova a correre sulle strade del Giro?
Rosa: «E’ stata un’emozione particolare, soprattutto perché c’era molta gente a incitarci, anche persone non appassionate, segno che è una gara diversa da tutte le altre e molto più sentita».

Si parte dall’attualità, con le domande sul Giro d’Italia appena concluso.

Tra poco partirà l’intervista in tempo reale con le tante domande arrivate dai tifosi di tutta Italia, ai quali va un grosso ringraziamento per aver aderito con entusiasmo all’iniziativa organizzata da Gazzetta d’Alba.

Davanti all’entrata di Gazzetta Rosa ha incontrato anche il Capitano della Compagnia dei Carabinieri di Alba Nicola Ricchiuti.

ore 15.05 In Gazzetta è arrivato – a sorpresa – anche un altro ospite: si tratta del sindaco di Alba Maurizio Marello, il quale ha voluto essere presente all’appuntamento per congratularsi con Diego Rosa per il suo ottimo esordio al Giro d’Italia.

ore 15.00 Diego Rosa – che ringraziamo per la grande disponibilità mostrata nei nostri confronti – è arrivato da pochi minuti nella sede di Gazzetta d’Alba, in piazza San Paolo. Accompagnato dai componenti della redazione, sta visitando gli uffici nei quali nasce il settimanale che dal 1882 informa gli abitanti di Alba, Bra, Langhe e Roero.

Oggi, martedì 28 maggio, a due giorni esatti dalla conclusione della Corsa rosa, il corridore cuneese è ospite della redazione di Gazzetta d’Alba per realizzare un’intervista in tempo reale, nella quale risponderà anche alle domande dei suoi tanti tifosi.

Quando lo avevamo incontrato prima della partenza per il Giro d’Italia, Diego Rosa, ciclista di Corneliano, aveva detto di voler dimostrare “sul campo” di meritare quella prestigiosa convocazione (l’intervista completa è disponibile QUI). E così è stato. L’atleta roerino, passato professionista nel 2013 con il team Androni Giocattoli-Venezuela dopo una brillante carriera in mountain bike, ha ripagato ampiamente la fiducia riposta in lui da società e compagni, chiudendo il suo primo Giro d’Italia in 23.a posizione generale e al 5° posto della graduatoria dei giovani.

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