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La protesta dei sindaci del Roero

VEZZA Isindaci del Roero, uniti presso l’“installazione” che reca a caratteri cubitali la scritta «Nel tunnel della crisi le famiglie sono rimaste in…» corredato da un buon numero di slip, urlano il loro “no” alla Tares e a un sistema fiscale che sta strozzando le piccole e medie imprese e sta mettendo in ginocchio la popolazione della zona. Teatro dell’originale protesta, il salone polifunzionale di Vezza dove si è tenuta, sabato 27 aprile, la terza sessione degli Stati generali del Roero a dodici mesi dalla prima, trionfale, esperienza. Di quanto il Roero e l’Italia siano cambiati (in peggio) si ha subito la percezione entrando in un salone che dodici mesi dopo appare svuotato della gente comune, rassegnata ormai a una crisi che sembra non avere fine. E a una politica nazionale che non trova soluzioni.

Non si rassegnano però gli amministratori locali che vivono ogni giorno a contatto con i problemi della popolazione, lontani dai palazzi del potere romani. Non si rassegnano gli imprenditori, gli artigiani, gli agricoltori che dal palco di Vezza chiedono di non mollare, di provare, uniti, a creare un nuovo modello di sviluppo tutto roerino e albese che guardi al turismo come nuova grande fonte di entrate, traino dell’economia futura della zona. In quest’ottica i sindaci del Roero guardano con grande speranza alla candidatura alla tutela Unesco dei paesaggi vitivinicoli di Langhe e Roero che dovrebbe, nel caso in cui da Parigi giunga il definitivo sì, portare nella zona migliaia di turisti, con forti ricadute economiche e occupazionali.

A parlare di questo progetto territoriale di tutela è stato Piercarlo Gallo, sindaco di Piobesi, referente per il Roero: «Il territorio ha lavorato moltissimo e sono convinto che si arriverà a un lieto fine, la candidatura dei paesaggi vitivinicoli di Langa e Roero a patrimonio dell’umanità è l’unica italiana ed è stata supportata dai governi Berlusconi prima e Monti poi. Sono legittimi i malumori per non essere riusciti a entrare nella buffer zone e nella core zone, ma, se verrà mantenuta la dicitura “Langhe-Roero”, le ricadute positive per la nostra zona saranno enormi, per questo è fondamentale che i sindaci rimangano uniti». I primi citadini hanno sottoscritto un documento da portare in Parlamento in cui si chiede l’abolizione della Tares, una minore pressione fiscale per rilanciare l’economia e una revisione del Patto di stabilità per far ripartire le opere pubbliche. «Siamo ben consci di rappresentare una piccola zona, abitata da 60 mila persone», ha concluso il presidente dell’associazione sindaci Marco Perosino, «ma vogliamo provare comunque a farci sentire a Roma per far capire che se muoiono i piccoli Comuni, che sono la parte più sana e produttiva del Paese, muore il Paese stesso».

Marcello Pasquero

Nel turismo verde i possibili sviluppi

Agli Stati generali i rappresentanti di tutte le categorie produttive hanno lanciato le loro proposte. Domenico Visca (Confartigianato): «Necessario diminuire della pressione fiscale e snellire la burocrazia». Gianluca Malacrino (Unione industriale): «Servono politiche sul modello tedesco». Marco Scuderi (Aca): «No alla grande distribuzione e all’aumento dell’Iva». Loris Massucco (Coldiretti) e Roberto Damonte (Cia): «L’agricoltura “sostenibile” ha spazi per assorbire lavoratori e anche come veicolo di turismo». Il presidente dell’Ente turismo Luigi Barbero e i sindaci Pierfelice Isnardi (Castagnito) e Andrea Pedussia (Sommariva del Bosco): «Valorizziamo la rete sentieristica che unisca tutto il Roero». Stefano Paganini, ristoratore trentenne, ha rivolto un appello ai propri coetanei: «Noi giovani siamo chiamati a investire, esaltando i prodotti della nostra terra». Da Franca Biglio, presidente Anpci l’invito ai sindaci ad agire compatti per far sentire la voce dei piccoli Comuni a Roma. Le conclusioni sono state affidate all’assessore al turismo in Regione Alberto Cirio: «L’eventuale entrata nelle aree tutelate dall’Unesco porterà lavoro e turismo. In quest’ottica è necessario uscire dai particolarismi e valutare, come Atl, collaborazioni con l’astigiano».

m.p.

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