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VINUM 2013 chi l’ha vista?

IL CASO Le parole di Alberto Cirio, assessore regionale al turismo, sbucano dall’erba alta della rotatoria di San Cassiano, luogo in cui ha deciso, insieme a Giuseppe Rossetto, vicepresidente della Provincia di Cuneo, Sebastiano Cavalli, presidente del Consiglio comunale albese, e al consigliere Leonardo Prunotto di tenere una conferenza stampa, forse insolita, ma di sicuro impatto.

Scandisce Cirio: «Abbiamo deciso di parlare ora, al termine di Vinum, per evitare problemi all’immagine turistica di Alba. Ma siamo sbigottiti dalle reazioni positive espresse dall’Ente fiera in questi giorni. È vero che il tempo è stato inclemente ma il Vinum fatto di piazza, folclore e popolo dov’era? Per non parlare delle iniziative legate al cibo, Streetfood e Streetfish, che non hanno valorizzato l’energia del territorio». Rossetto commenta con amarezza: «Non c’è mai stato un Vinum fatto in un contesto di abbandono simile. Guardate dove siamo, è solo un esempio che porto alla vostra attenzione. Ma è evidente la mancata cura dell’Amministrazione e state certi che il turista queste cose le nota. Quale immagine di Alba abbiamo lasciato?».

Cavalli e Prunotto rincarano sul mancato coinvolgimento della cittadinanza e sulla carenza di confronto costruttivo, mentre Cirio rivolge una richiesta al sindaco Maurizio Marello: «Siamo pronti a collaborare ma se il nostro invito continua a cadere nel vuoto dovremo valutare se continuare a sostenere la manifestazione: Vinum ha portato alla città uno zero assoluto, sia in termini di immagine che economici».

Cinzia Grande

Una lunga lista di PRO e CONTRO

Vinum 2013 è appena giunto al termine ed è già scontro. Se per l’assessore al turismo di Alba, Paola Farinetti, in questo momento all’estero, la manifestazione, pur con il tempo avverso, è stata più che soddisfacente, con 4 mila ingressi al palavinum, altre voci criticano l’edizione 2013.

Per il capogruppo dell’opposizione in Consiglio, Carlo Bo, Vinum «ha del tutto perso la sua vocazione di profonda qualità legata ai prodotti della zona e per questo bisognerebbe ripensarne la formula», mentre Emanuele Bolla, coordinatore albese di Fratelli d’Italia, ha spiegato: «Questa manifestazione dovrebbe portare consumatori nelle strade della città ed è assurdo vederli chiusi al palazzo delle mostre e dei congressi che, seppur ben allestito, hai i suoi limiti. Streetfood e Streetfish sono inoltre da eliminare, in quanto fallimentari nella promozione dell’enogastronomia locale di elevato livello. L’impostazione va ripensata, la promozione dev’essere rivolta verso l’estero e per questo bisogna creare sinergie fra gli addetti ai lavori. La nostra non è una critica politica ma un suggerimento per migliorare un evento importante. Al sindaco Marello, all’assessore Farinetti e al presidente dell’Ente fiera Degiacomi chiediamo di fornire il dettaglio dei costi degli eventi, per capire quale sia stato l’onere a carico della città».

Di ben altro parere è il presidente dell’ Ente fiera, Antonio Degiacomi: «Dobbiamo renderci conto che il pubblico è cambiato, non c’è soltanto il turista “ricco”. Ora sono i giovani e i social network a far da termometro emozionale delle manifestazioni ed è a loro che dobbiamo rivolgerci. E non c’è motivo di vedere concorrenza in Streetfood, perché Alba offre una varietà di specialità tali da non temere i prodotti di altre regioni. Senza contare che abbiamo dovuto fare i conti con i tagli economici e i fondi ridotti a un terzo rispetto agli anni passati. Quindi, ben vengano le critiche, ma che siano costruttive e consapevoli».

c.g.

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