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La Corte costituzionale dice no al salvataggio del Tribunale di Alba

Marengo (Fi): «Nuovi rischi per il nostro ex palazzo di giustizia»

ALBA Niente da fare per il Tribunale di Alba. Nella serata di mercoledì 3 luglio, infatti, la Corte costituzionale ha comunicato di aver dichiarato non fondate le questioni di legittimità costituzionale inerenti alla riforma della geografia giudiziaria sollevate dai Tribunali di Alba, Pinerolo, Sala Consilina e Montepulciano. I giudici hanno invece dichiarato inammissibile quella del FriuliVenezia Giulia. Un solo palazzo di giustizia tra quelli destinati alla soppressione si è salvato: si tratta di quello di Urbino. Amaro il commento dell’avv. Roberto Ponzio, che aveva presentato il ricorso a Roma per conto dei dipendenti degli uffici giudiziari albesi: «La pronuncia delude le nostre aspettative e pare rispettare più logiche politiche che giuridiche. Sconfessa la giurisprudenza anche recente della stessa Corte e disattende i pareri “pro veritate” resi da autorevoli dottrinari e costituzionalisti e prodotti a sostegno delle nostre argomentazioni. È curioso che nello stesso giorno in cui la Consulta ha dichiarato illegittima la riforma delle Province perché varata con decreto legge in difetto delle condizioni di straordinaria necessità e urgenza, legittimi invece il riordino dei tribunali con una norma intrusa inserita in sede di conversione in legge di un decreto avente altro oggetto e finalità».

Per il Palazzo di giustizia di piazza Medford le speranze di non essere assorbiti dal Tribunale di Asti entro il prossimo 13 settembre si riducono ora al lumicino. Ma Alba non ha nessuna intenzione di arrendersi, come conferma il sindaco Maurizio Marello: «Abbiamo intrapreso due percorsi diversi per salvare il nostro tribunale, quello politico e quello giudiziario. Guardavamo con occhi attenti alla strada giudiziaria confidando nella bontà delle argomentazioni sollevate, ma ora che è venuta meno speriamo che la politica possa ancora correggere gli errori della riforma. Sappiamo che il ministro Cancellieri attendeva la pronuncia della Corte costituzionale prima di rimettere mano alla normativa e adesso attendiamo che prenda in dovuta considerazione le nostre osservazioni».

Gli fa eco il presidente degli avvocati albesi Giancarlo Bongioanni: «Dopo l’intervento a “gamba tesa” del Presidente della Repubblica, profondamente sbagliato, la decisione della Corte costituzionale non mi ha colto impreparato. Sono scoraggiato nel vedere come il Parlamento venga mortificato. In ogni caso continueremo la nostra battaglia». E in ordine di tempo la prossima occasione per cercare di salvare il Tribunale di Alba è fissata per l’11 luglio, quando il Tar del Piemonte discuterà un secondo ricorso presentato da un altro gruppo di dipendenti degli uffici giudiziari, dal Comune, dall’Aca e dal Consiglio dell’Ordine degli avvocati. Anche se la pronuncia della Corte costituzionale non lascia ben sperare su questo fronte.

ro.bu.

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