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L’ODISSEA (in bus) di Denise

Alba, fermata autobus
Foto di repertorio

alba fermata autobus

ALBA Denise, studentessa di Castagnito, 25 anni, laureata in architettura a un passo dalla specializzazione, il 17 giugno si è svegliata, come ogni lunedì, di buon’ora, per non mancare il bus di linea Gtt in partenza alle 7.45 da Alba, diretto a Torino. Ma la pensilina di Borbore di Vezza, dove Denise aspetta il bus, diventa la prima tappa di un’odissea. Un’esperienza comune a molti altri studenti pendolari della nostra zona. Il bus ritarda, i minuti diventano ore e non rimane alternativa che aspettare la corriera successiva in partenza alle 9 da Alba. Questa volta, come un miraggio, la sagoma blu del mezzo Gtt appare in lontananza. Denise sale, mostra l’abbonamento annuale e, una volta a bordo, scopre che la corsa delle 7.45 è stata soppressa. Con oltre un’ora di ritardo la ragazza arriva a Torino dove l’aspetta un’altra sorpresa: senza nessun preavviso, il capolinea è stato spostato da via Fiocchetto a piazza Carducci, sei chilometri più a sud, un’enormità per chi è in forte ritardo per la lezione. Stessa sorte è toccata a chi da Torino doveva rientrare ad Alba e ha scoperto, una volta in via Fiocchetto o nella zona di Palazzo nuovo che il bus non sarebbe arrivato, con conseguente corsa verso piazza Carducci.

Denise è solo uno dei pendolari colpiti dai tagli ai trasporti pubblici previsti dalla Provincia di Cuneo con delibera del 3 giugno e imposti dalla Regione Piemonte con la delibera di marzo 2011, che aveva dettato una riduzione del 15 per cento del chilometraggio totale oltre l’inflazione per il 2013. A stupire sono le modalità, la scarsa, per non dire inesistente, comunicazione dei provvedimenti e il venire meno all’impegno, più volte dichiarato, da parte della Provincia, di eliminare solo le corse “marginali” e con poche utenze. A detta degli studenti interpellati da Gazzetta le oltre quindici corse da e per Torino (vedi tabella) soppresse erano tutte molto «frequentate », come conferma Beatrice di Castagnito: «Prima era difficile trovare posto ora i bus partono da Alba e Canale carichi di ragazzi. Molti restano in piedi, con quanto questo comporta in termini di sicurezza». Peggio, se possibile, è andata agli abitanti di Barolo, Monforte, Serralunga, Roddino, Monchiero, Novello, Sinio, che dal 16 giugno non fruiscono più del passaggio del bus in periodo non scolastico, con un provvedimento che penalizza in particolar modo anziani e isola interi paesi per tutta l’estate.

La sensazione è che si sia appena all’inizio, tenendo conto di un ulteriore taglio di un miliardo e mezzo al trasporto pubblico approvato dal Governo Monti il 24 dicembre 2012 con la legge di stabilità. Con lo stesso provvedimento è stata finanziata con due miliardi (distribuiti però dal 2013 al 2029) l’alta velocità (Tav).

In futuro Denise e centinaia di pendolari dello studio in un batter d’occhio potranno andare da Torino a Lione. Resta da capire in che modo potranno arrivare a Torino.

Marcello Pasquero

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