Tribunale: delusione e intenzione di non mollare

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Un'aula del Tribunale di Alba

ALBA. “Noi ancora non ci arrendiamo”. È questa la prima reazione del sindaco Maurizio Marello alla notizia che la Corte costituzionale ha respinto il ricorso presentato dai dipendenti del Palazzo di giustizia di piazza Medford contro la riforma della geografia giudiziaria che impone la soppressione del Tribunale albese.

“Abbiamo intrapreso due percorsi diversi per salvare il nostro tribunale, quello politico e quello giudiziario”, continua il Primo cittadino. “Guardavamo con occhi attenti alla strada giudiziaria confidando nella bontà delle argomentazioni sollevate, ma ora che è venuta meno speriamo che la politica possa ancora correggere gli errori della riforma. Sappiamo che il ministro Cancellieri attendeva la pronuncia della Corte costituzionale prima di rimettere mano alla normativa e adesso attendiamo che prenda in dovuta considerazione le nostre osservazioni”.

Amaro il commento dell’avv. Roberto Ponzio, che aveva presentato il ricorso a Roma per conto dei dipendenti albesi: “La pronuncia delude le nostre aspettative e pare rispettare più a logiche politiche che giuridiche. Sconfessa la giurisprudenza anche recente della stessa Corte e disattende i pareri ‘pro veritate’ resi da autorevoli dottrinari e costituzionalisti e prodotti a sostegno delle nostre argomentazioni. È curioso che nello stesso giorno in cui la Consulta ha dichiarato illegittima la riforma delle province perché varata con decreto legge in difetto delle condizioni di straordinaria necessità e urgenza, legittimi invece il riordino dei tribunali con una norma intrusa inserita in sede di conversione in legge di un decreto avente altro oggetto e finalità”.

“Dopo l’intervento a ‘gamba tesa’ del Presidente della Repubblica, profondamente sbagliato, la decisione della Corte costituzionale non mi ha colto impreparato”, commenta invece il presidente degli avvocati albesi Giancarlo Bongioanni, che aggiunge: “Sono scoraggiato nel vedere come il Parlamento venga mortificato. In ogni caso continueremo la nostra battaglia”.

E in ordine di tempo la prossima occasione per cercare di salvare il Tribunale di Alba è fissata per l’11 luglio, quando il Tar del Piemonte discuterà un secondo ricorso presentato da un altro gruppo di dipendenti degli uffici giudiziari, dal Comune, dall’Aca e dal Consiglio dell’Ordine degli avvocati. La pronuncia della Corte costituzionale rende però difficile ipotizzare che la decisione dei giudici amministrativi sia di segno opposto.  ro.bu.

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