Acna: l’Eni non si tiri indietro

Uno dei pochi edifici sopravvissuti alla demolizione all’interno del sito ex Acna di Cengio.

Evitare un eventuale disimpegno dell’Eni dalla futura gestione del sito Acna. È forse questo l’aspetto più importante emerso del vertice di giovedì scorso a Roma tra il ministro dell’ambiente Andrea Orlando, i governatori di Piemonte e Liguria Roberto Cota e Claudio Burlando, gli assessori regionali all’ambiente Roberto Ravello e Renata Briano e la presidente della Provincia di Cuneo Gianna Gancia.

Una nota del Ministero citata dall’Ansa parla di una prossima convocazione dell’Eni per «fare in modo che non ci sia alcuna deresponsabilizzazione dell’azienda in ordine al completamento del recupero dell’area dopo la sua chiusura ». In parole povere, cercare di evitare che l’Eni ceda il sito “chiavi in mano” lasciando la patata bollente del presidio ambientale nelle mani dei nuovi proprietari. «Le due Regioni e il Ministro – ha dichiarato l’assessore Ravello – si sono trovati d’accordo nel riprendere il filo del discorso sul rilancio della Valle Bormida e hanno concordato di incontrare l’Eni per definire un percorso che porti all’attivazione di misure complementari e compensative capaci di recuperare il pregiudizio subìto dal territorio, il cui sviluppo è stato gravemente compromesso. È importante che l’attenzione dimostrata dal Governo permetta alle istituzioni di fare fronte comune per risolvere un problema che si trascina da troppo tempo».

La necessità di mantenere in qualche modo la presenza dell’Eni a Cengio era anche una delle priorità evidenziate dal documento sottoscritto dai sedici sindaci del tratto cuneese della Valle e da quattro Comuni savonesi (Cengio, Millesimo, Osiglia e Roccavignale) al termine di un incontro svoltosi martedì scorso a Saliceto. Il documento dei sindaci (inviato a Ministero, Regioni e Province di Cuneo e Savona) chiede «il mantenimento in capo a Eni del completamento delle attività connesse alla bonifica, della gestione degli impianti di tutte le attività di monitoraggio» per almeno trent’anni. Inoltre, i sindaci chiedono il potenziamento delle centraline di monitoraggio e la divulgazione dei risultati a garanzia della popolazione, la rimozione del divieto di utilizzo irriguo delle acque del fiume, il coinvolgimento dei Comuni interessati dalla bonifica nelle trattative in corso per il riutilizzo delle aree e il reimpiego di tutti gli attuali dipendenti di Syndial.

Del futuro del sito Acna si è parlato anche mercoledì ad Acqui Terme, in un incontro convocato su richiesta delle associazioni ambientaliste e al quale hanno preso parte i sindaci del tratto astigiano e alessandrino. Due incontri sullo stesso tema a un giorno di distanza e con la presenza di sindaci di province diverse. Più che una coincidenza sembra la conferma di una spaccatura tra alta e bassa valle, già apparsa evidente in occasione della visita dei parlamentari a Cengio ai primi di giugno.

Corrado Olocco

Uno dei pochi edifici sopravvissuti alla demolizione all’interno del sito ex Acna di Cengio.
Uno dei pochi edifici sopravvissuti alla demolizione all’interno del sito ex Acna di Cengio.
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