Moscato: l’accordo non piace a tutti

L'anno terribile dell'Asti Docg. Perdite per 40 milioni di euro

TORINO. È stato firmato in Regione l’accordo sul Moscato per la vendemmia 2013 da parte della Commissione paritetica. Esso prevede una resa di 95 quintali per ettaro, con la possibilità di applicazione del meccanismo blocage-déblocage per ulteriori 5 quintali. Il compenso delle uve pattuito corrisponde a 104,50 euro netti al quintale (106,50 lordi). Nell’accordo sono previsti in primo luogo un contributo di 1 euro al quintale per il fondo di parte agricola costituito nel 2010, di cui 0,70 euro sono indirizzati ai produttori per la gestione dell’accordo ed i restanti 0,30 euro sono destinati ai vigneti con particolari difficoltà di coltura. “Con l’approssimarsi della vendemmia – è il commento dell’assessore regionale all’Agricoltura Claudio Sacchetto  – è prevalsa la consapevolezza di quanto fosse indispensabile siglare l’intesa con il fine di tutelare il comparto”.

Ha osservato il  presidente della Cia di Cuneo Roberto Damonte: “La trattativa, come sempre, ha attraversato momenti di tensione, ma ancora una volta si è arrivati ad una mediazione e all’accordo scongiurando quindi, a pochi giorni dalla vendemmia, il rischio di avere un’annata con prezzi a mercato libero”. “L’intesa tra case spumantiere e vignaioli dà stabilità al comparto – ha aggiunto  Carlo Ricagni, vicepresidente regionale della Cia –  L’accordo interprofessionale garantisce a tutti gli attori della filiera quella sicurezza economica e finanziaria che è tra i presupposti indispensabili per qualsiasi progetto di sviluppo”.

“E’ importante che l’accordo sia stato raggiunto per tutelare le aziende in un momento in cui era quanto mai necessario, a ridosso della vendemmia ­- evidenziano Roberto Moncalvo e Bruno Rivarossa, presidente e direttore di Coldiretti Piemonte – L’impegno dell’Organizzazione, di salvaguardare le imprese agricole, ha permesso di ottenere un accordo che nonostante le lunghe trattative, è stato chiuso in tempo utile”.

Francesco Giaquinta, direttore di Confagricoltura Asti che ha partecipato alla riunione nell’ambito di Agrinsieme, è invece fortemente critico: «Siamo andati indietro. Il reddito agricolo risulta depauperato pesantemente. Tutti i proclami di lotta a garanzia del reddito dei viticoltori si sono sciolti come neve al sole quando è apparso chiaro che sarebbero stati inseriti nell’accordo quegli elementi accessori che garantivano risorse a favore di Consorzio, progetto sorì e associazioni. L’unico motivo per cui Confagricoltura ha firmato l’accordo è la garanzia del ritiro delle uve».

Critica anche la posizione di Pietro Cirio, vicepresidente di Confagrimoscato, associazione di produttori che fa capo a Confagricoltura: «Avevamo proposto il blocage/déblocage da subito e di recuperare i fondi per la promozione gravando le trattenute solo sui superi. Invece con questo accordo gravano su tutti, anche su chi produce meno Moscato. Chi suonava le trombe ha preferito la ritirata e ora addosserà le colpe su altri, come sempre. Il risultato è un reddito inferiore per i viticoltori».

Soddisfazione per l’accordo è stata espressa da Agrinsieme, i cui esponenti, tra cui anche Davide Viglino, di Fedagri Confcooperative–Unicaa, si sono spesi nella trattativa per trovare su tutti i punti in discussione una mediazione tra le parti che salvaguardasse gli interessi dei produttori.

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