Attenti ai conti! Si parla di usura

Su un campione di 29 mila conti correnti l’Adl centro studi di Brescia ha trovato tassi usurari per il 90 per cento

usura-soldiL’INTERVISTA La Banca d’Italia stabilisce ogni tre mesi qual è la soglia entro cui gli interessi applicati sono ritenuti usurari. Questo dato è calcolato, secondo le modifiche apportate nel 2011, aumentando il tasso effettivo globale medio – Tegm – del 25 per cento (oltre un margine di quattro punti percentuali). A peccare di usura sembrano essere anche gli istituti di credito: sebbene non esistano statistiche ufficiali, secondo un’analisi effettuata negli ultimi tre anni da Sdl centro studi di Brescia, prendendo un campione di 29 mila conti correnti, il 90 per cento sono soggetti a tassi di usura. Alberto Rizzo, avvocato braidese esperto in materia, ha vinto diverse cause a difesa del credito contro l’usura bancaria.

Che cosa si intende per usura bancaria, avvocato Rizzo?
«La Banca d’Italia, trimestralmente, definisce il valore del tasso massimo d’interesse, denominato tasso soglia, che le banche possono applicare quando viene richiesto un mutuo, un prestito o un affidamento in conto corrente. Quando avviene il superamento del tasso soglia si verifica un caso di usura bancaria. Molto spesso si riscontrano anomalie anche nell’applicazione del tasso di mora: l’interesse aggiuntivo che le banche o le finanziarie richiedono nei casi nei quali di debitore paghi con ritardo o non riesca a pagare qualche rata alla sua regolare scadenza».

Come si presenta il fenomeno?
«Molti casi di usura bancaria sono originati dal fatto che poche persone controllano le condizioni contrattuali del proprio conto corrente, non immaginando quanto possa costare uno sconfinamento. La situazione può diventare molto grave, con conseguenze pesanti. Uno scoperto di fido o di conto corrente può generare costi altissimi: uno sconfinamento anche minimo sul proprio conto corrente può costare parecchie decine di euro, anche se solo per un giorno».

Quali sono le cause?
«La pratica dell’usura bancaria è favorita dal fatto che le commissioni previste nei contratti di apertura dei conti correnti sono di norma poco trasparenti e inserite in postille che i clienti tendono a non leggere o a sottovalutare».

Quali strumenti sono a disposizione per chi, privati o aziende, subisce l’usura bancaria?
«I clienti che hanno subìto usura bancaria possono, utilizzando le vie legali, richiedere la restituzione del denaro indebitamente pagato. Nel momento in cui si riscontra usura è stabilito dalla legge che non siano dovuti interessi di nessun tipo. Ad esempio, nel caso in cui un cliente stipuli un contratto di mutuo della durata di vent’anni, di cui dieci ancora da pagare, e venisse dimostrata l’applicazione da parte della banca o della finanziaria di interessi usurai, gli stessi istituti si vedrebbero costretti a restituire gli interessi pagati negli ultimi anni né spetterebbe al debitore versare i corrispettivi per gli anni futuri. Diventa, quindi, fondamentale accertare con precisione la sussistenza degli elementi che individuano i casi di usura bancaria; attraverso analisi dei conti correnti, di contratti di mutuo o leasing, si procede alla stesura di una perizia econometrica e alla redazione delle istanze di recupero. È possibile verificare conti correnti già chiusi, se non sono trascorsi più di dieci anni».

Manuela Anfosso

Quando la polizza assicurativa fa la differenza

Un pensionato residente a Bra, nel 2009, citava in giudizio un’agenzia di credito, una banca e la mandataria di quest’ultima. Le vicende avevano inizio un anno prima, quando il pensionato aveva stipulato con la prima un contratto di mediazione creditizia e, un mese dopo, un mutuo con la banca e una polizza assicurativa, tramite il pagamento di un premio di circa 5 mila euro. La cifra definita dal prestito era pari a 8.000 euro, ma il richiedente si era vista accreditata soltanto la somma di 1.850 euro.

Il pensionato ha iniziato a rateizzare il debito: 167 euro al mese per dieci anni. Il tasso annuale effettivo globale risultava pari al 22,03% annuo. Il punto contestato consisteva nel valutare se il costo della polizza assicurativa fosse da includere, un elemento determinante per il raggiungimento o meno della soglia di usura bancaria. Il processo si è concluso a favore del pensionato, a cui è stata restituita la cifra pagata a titolo di interessi. «Il giudice infatti », sebbene le disposizioni fornite dalla Banca d’Italia per cui il costo della polizza assicurativa è escluso ai fini di determinare il tasso di interessi, «ha ritenuto opportuno considerare tutti i costi che ho sopportato », ha spiegato il pensionato.

m.a.

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