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Alba: congresso dello Spi-Cgil sulle strategie per risollevare l’Italia

riunione-spi-cgil-alba-gennaio2014ALBA I pensionati dell’albese aderenti allo Spi-Cgil hanno organizzato quattro congressi di zona, uno dei quali si è tenuto lunedì 20 gennaio ad Alba, presso la sala “Fenoglio”. Nell’incontro sono stati approfonditi i documenti congressuali del sindacato nazionale dei pensionati e quelli della confederazione.
In particolare, lo Spi ha evidenziato la necessità di elaborare una strategia in grado di portare il Paese fuori dalla crisi approdando a una società meno povera, con più uguaglianza e giustizia. Nell’albese gli iscritti allo Spi sono 2.328 e l’attuale segretario di lega è Vincenzo Biollo. Lo Spi Cgil a livello di provincia conta 17.167 iscritti ed è guidato dalla segretaria provinciale Lina Chialva, che Gazzetta ha intervistato.

Chialva, come vede la società in questo momento?
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Gli effetti della crisi sono come quelli della guerra: abbiamo una disoccupazione al 13 per cento, una povertà crescente e un settore industriale in dissesto. Dall’altra parte il 50 per cento della ricchezza totale è nelle mani del 10 per cento della popolazione, la politica non dà buona prova di sé per via dei privilegi e della corruzione. In questo contesto la rabbia cresce, soprattutto quella anti-sistema, con il rischio di infiltrazioni di forze politiche con fini eversivi e antidemocratici».

Quali sono le vostre proposte per far ripartire il Paese?
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Nel documento congressuale che stiamo votando definiamo alcune priorità. Queste riguardano le pensioni, il lavoro e le contrattazioni. Basta con l’austerità, servono politiche di investimento. Bisogna quindi allentare il Patto di stabilità e creare un piano di sviluppo occupazionale. Abbiamo una popolazione che invecchia e perciò occorre investire nel welfare e nell’inclusione sociale».

Cosa chiede la Cgil al fisco?
«Che sia più equo. La tassazione deve essere più alta per i grandi patrimoni favorendo i piccoli lavoratori e i pensionati. Poi dobbiamo estendere gli ammortizzatori sociali e risolvere il problema degli esodati. In ultimo investire nella sanità: superare il pagamento del ticket perché, con questo sistema, molte persone rinunciano a curarsi».

Maurizio Bongioanni

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