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Albesi in Terra Santa

Il viaggio in Terra Santa, svoltosi dal 28 dicembre al 4 gennaio, è stato un’esperienza unica dal punto di vista sia storico-culturale che religioso-devozionale. I partecipanti hanno percorso i luoghi di Gesù, in Galilea, Samaria e Giudea, ovunque trovando le tracce del racconto evangelico, che la tradizione ha conservato e venerato e che la storia e l’archeologia continuano a confermare. Così il monte Tabor, il lago di Tiberiade, Cana, Nazareth, Tabga, Cafarnao, il monte delle Beatitudini, il fiume Giordano, Betania hanno fatto rivivere la predicazione del Maestro e il rapporto con i discepoli, in particolare con Pietro; Betlemme e Gerusalemme hanno commosso tutti con la profondità della vita spirituale che vi si respira, come luoghi in cui ebbe inizio e si concluse la vicenda terrena di Dio fatto uomo.

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Gerusalemme, città affascinante e magica, ha il suo centro nel monte Moriah, la vasta spianata corrispondente all’area del tempio ebraico fatto erigere da Erode il Grande e distrutto da Tito nel 70 d.C., luogo di culto per i cristiani che vi rivivono numerosi episodi della vita di Gesù; per i musulmani che vi frequentano le due grandi moschee (la cupola sulla roccia e lo moschea El-Aqsa), perché di lì Maometto salì al cielo; per gli ebrei che vi salirono per oltre un millennio e che oggi pregano giorno e notte al muro occidentale che sostiene la spianata (Muro del pianto) e costituisce il resto più consistente del tempio erodiano. La visita alla spianata, benché costata quasi due ore di coda, ha regalato a tutti un’emozione unica.

Altrettanto commovente è stata la visita, alla basilica del Santo Sepolcro, della pietra dell’unzione, delle due cappelle (greco-ortodossa e cattolica) che inglobano il Golgota , dell’edicola sulla tomba di Cristo, della cappella di Sant’Elena, dove la madre di Costantino trovò la croce del Salvatore. Il monte degli ulivi è stato percorso a piedi in discesa, godendo dell’impagabile panorama della città antica: dalla cappella dell’Ascensione fino al giardino e alla chiesa del Getsemani, attraverso la chiesa del Pater noster, il cimitero ebraico, la cappella Dominus flevit. E, al tramonto del sole, nel via vai del mercato arabo e al canto del muezzin, abbiamo pregato e rivissuto la Passione di Gesù lungo la via dolorosa.

Dovunque sono presenti testimonianze della Vergine Maria: a Cana, a Nazareth, nella grandiosa basilica dell’Annunciazione e nell’intima chiesa ortodossa della fontana di Maria; a Betlemme, dove la basilica della Natività, accoglie le preghiere di ortodossi e cattolici, in un’alternarsi di navate grandiose e sante cripte (il luogo in cui nacque Gesù, la cella dove san Girolamo terminò la sua Vulgata); a Gerusalemme, dove ortodossi greci e armeni custodiscono la cripta della tomba di Maria e dove svetta sul monte Sion la chiesa della Dormitio Virginis; ad Ain Karem, dove Maria visitò la cugina Elisabetta.

Tanti sono stati anche i riferimenti all’Antico Testamento: il monte Carmelo, con i miracoli del profeta Elia, il pozzo di Giacobbe (sul quale, a Nablus, è risorta in tempi recenti, ad opera di un coraggioso prete ortodosso, la chiesa di San Giovanni Battista ), la tomba di David, il luogo del sacrificio di Isacco. La storia ha visto susseguirsi in queste terre migrazioni di popoli e dominazioni diverse e ne conserva superbe tracce: l’antichissima Gerico, primo insediamento umano in questi luoghi, le poderose mura di Erode il Grande in Gerusalemme, le rovine di Cesarea marittima, la fortezza di Masada, ultima roccaforte di resistenza ebrea contro i romani, i solitari monasteri nel deserto di Giuda, le grotte di Qumran con i manoscritti degli Esseni, la fortezza di San Giovanni d’Acri, da dove gli ultimi crociati diedero un doloroso addio a quella terra in cui avevano ricostruito tanti edifici sacri alla cristianità, dopo le invasioni persiana e musulmana.

Ripercorrendo le tappe del viaggio, ci chiediamo: com’è stato possibile vedere tutto questo in così pochi giorni e vivere nello spazio di una settimana tante esperienze? Il merito è sicuramente della nostra guida turistica (Fernando Michel, un palestinese cristiano che vive e lavora in Italia), capace di far quadrare il cerchio di orari di apertura ristretti e di spostamenti quasi impossibili, sempre disponibile ad ascoltare e soddisfare le esigenze più varie; della guida spirituale del gruppo (don Giovanni Ciravegna) che, offrendoci momenti di intensa meditazione e preghiera, ci ha aiutati a dare un senso “vero”e “alto” a questo viaggio, e di “qualcuno” che ci ha fatto dimenticare la stanchezza e il sonno e ci ha regalato un clima tiepido e un cielo sereno.

Annamaria Astegiano Fissore

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