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Fulvio Silvestri, in bici fino all’Islanda per un racconto fotografico… da sogno

fulvio-silvestri-norvegiaFulvio Silvestri vive a Verduno ed è un fotografo. Mercoledì 5 febbraio, al cinema Moretta di Alba, ha presentato The big chill-Immagini da un sogno, progetto ciclo-fotografico in cui attraverso immagini e parole ha racchiuso le esperienze di quattro viaggi in bicicletta compiuti tra il 2011 e il 2013 in Irlanda, Scozia, Norvegia e Islanda.

Come è stato scelto il titolo The big chill?
«Il titolo è stato preso a prestito da un film di Lawrence Kasdan, ma non ha connessioni con la trama. The big chill significa il grande freddo: mi riferisco a uno stato d’animo, a una situazione interiore che può cambiare solamente grazie al calore della fotografia e al piacere dei viaggi in bicicletta».

Come è nata l’idea di questo viaggio?
«Ho fatto il mio primo ciclo-viaggio quasi vent’anni fa, da Bra a Demonte. Nel corso degli anni questa passione si è rinnovata: ho pedalato tra le isole croate, ho percorso il perimetro dell’Irlanda, 3.500 chilometri in poco meno di quaranta giorni, poi la Scozia, l’Islanda e la Norvegia per un totale di circa 10.000 chilometri con una bici da quaranta chilogrammi totalmente attrezzata. Non ho mai prenotato un hotel, qualche ostello e spesso ho dormito in tenda. I miei viaggi sono stati scanditi dal tempo della fotografia».

Fotografia e bicicletta: queste due passioni che si possono coniugare?
«Assolutamente sì, ma è una questione di priorità. Io viaggio con un corredo piuttosto pesante, tra cui sei chilogrammi di attrezzatura per la fotografia tra corpo macchina, tre obiettivi, filtri, cavalletto, comando di scatto remoto, bolla per l’orizzonte ma non è questo che mi ferma. Il ritmo del viaggio è necessariamente lento e non mancano fermate aggiuntive per fotografare».

Quali sono i prossimi appuntamenti di The big chill?
«Non ho ancora delle date precise, ma ho in programma incontri a Torino, Saluzzo, Bra, Finale Ligure e forse Cuneo, se riesco, a distanza di un mese l’uno dall’altro. Vorrei poter parlare con i giovani e far conoscere gli aspetti educativi della bicicletta e della fotografia».

Manuela Anfosso

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