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Storia di una nonnina: più welfare nelle prossime elezioni

don rizzolo antonio_v Mi capita spesso di uscire dal lavoro che il sole è già calato da un pezzo e sul breve tragitto che mi conduce alla stazione del Lingotto a Torino, mi succede di incontrare una nonnina. Una signora molto anziana, che con la complicità dell’imbrunire si aggira tra i cassonetti di via Asunción, li apre, ci guarda dentro e tira su qualcosa aiutandosi con un bastone. Penso che un Paese che tolleri che una persona sia costretta per sbarcare il lunario a rimestare nell’immondizia abbia perso ogni capacità di cogliere la differenza tra cosa sia giusto e cosa sia sbagliato. Il prossimo 25 maggio oltre la metà dei Comuni italiani sarà chiamato alle urne; in provincia di Cuneo saranno 187. Mi piacerebbe che i programmi puntassero sulla storia della nonnina. Vorrei che lo sviluppo del welfare locale fosse sostenuto da fondazioni di comunità che pensino più al benessere collettivo che non ai dividendi finanziari, che al centro del dibattito ci fossero il sostegno a iniziative di co-housing, l’abbattimento delle rette degli asili nido comunali, la promozione dei distretti dell’economia solidale. Vorrei che in tempi in cui molte aziende de-localizzano le produzioni lasciando a casa migliaia di persone si capisse che l’innovazione sociale, non è un costo ma un investimento produttivo che crea nuove imprese e posti di lavoro.

 Alessandro Prandi, Alba

 Al di là delle modalità concrete, penso che la politica debba rimettere al centro la persona, ben rappresentata dalla nonnina di cui si parla in questa lettera. La persona è anche il cuore della dottrina sociale della Chiesa, che spinge a superare l’individualismo, gli interessi di parte, a favore della solidarietà e della ricerca del bene comune. Come leggiamo infatti nella costituzione del concilio Vaticano II Gaudium et spes, la persona umana, con la sua dignità, è superiore a tutte le cose. Perciò è necessario che a ciascuno sia reso accessibile «tutto ciò di cui ha bisogno per condurre una vita veramente umana, come il vitto, il vestito, l’abitazione, il diritto a scegliersi liberamente lo stato di vita e a fondare una famiglia, il diritto all’educazione, al lavoro, alla reputazione, al rispetto, alla necessaria informazione, alla possibilità di agire secondo il retto dettato della sua coscienza, alla salvaguardia della vita privata e alla giusta libertà anche in campo religioso» (n. 26).

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