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Lo spirito di don Bosco nel sentiero in collina

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CASTELNUOVO DON BOSCO. «Uomo prima, santo poi, ha vissuto e amato la sua terra, il Monferrato, dove fin da ragazzo incominciò a intrattenere i suoi compagni con giochi di prestigio, imparati con duro allenamento, alternati a lavoro e preghiera». Lo ha spiegato, parlando di san Giovanni Bosco, il rettore della basilica di Castelnuovo, don Egidio Deiana. Il 3 giugno, presso l’istituto salesiano di Castelnuovo, sono state comunicate le prime iniziative legate al bicentenario della nascita del Santo. L’intento – sottolineato a più voci dal sindaco di Castelnuovo Don Bosco Giorgio Musso, dal funzionario di Turismo Torino Elena Di Bella, dal referente per l’Expo 2015 Roberto Daneo e da Maurizio Baradello, che si occupa dell’Ostensione della Sindone a Torino (nella foto) – è di far conoscere i luoghi di don Bosco, le bellezze del territorio che hanno accompagnato la sua formazione e che hanno “incantato” i suoi allievi. Qui, tra Torino e le colline, don Bosco portava i suoi ragazzi, quelli “difficili” si direbbe oggi: c’erano giochi, musica, passeggiate, spettacolo e allegria. E c’era la Messa, la confessione, la preghiera, la natura e lo spirito.
Così, nell’anno in cui si celebra il bicentenario della nascita del Salesiano, il Monferrato vara una rete di sentieri che ne riprendono il cammino di fede, proponendosi di far emergere «l’anima di don Bosco nella semplicità del luogo». Si tratta di tre percorsi nella natura, nell’arte e nell’enogastronomia per «tornare a vedersi dentro, attraverso un viaggio a piedi o in bicicletta in un ambiente intriso della figura e dell’opera di don Bosco», come ha spiegato Musso.
Il Cammino di don Bosco riunisce 18 Comuni in un itinerario a più tappe percorribili a piedi e come collegamento per e da Torino. Si parte dal santuario Maria Ausiliatrice (la casa madre dei Salesiani a Torino, dove è sepolto don Bosco) e si percorre la via che conduce a Colle Don Bosco attraverso il centro cittadino, lungo il Po, accanto alla Gran Madre e fino al paese natale, per 140 km, frazionabili in tre itinerari: Cammino alto o della Superga-Crea, Cammino medio o del lago di Arignano, Cammino basso o di san Domenico Savio. Molte iniziative seguiranno, avviandosi il bicentenario. Su tutte aleggiano le parole di un giovanissimo allievo, divenuto santo, Domenico Savio: «Noi facciamo consistere la santità nello stare molto allegri, nel fare bene il nostro dovere».
Maria Grazia Olivero

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