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Alba accoglie il suo San Teobaldo

ALBA La fotogallery della cerimonia del 10 agosto.

ALBA Un Triduo di approfondimento e preghiera sul tema delle virtù teologali – fede, speranza e carità – è in programma per giovedì 7, venerdì 8 e sabato 9 agosto, alle 8 e alle 18, proposto da don Franco Ciravegna, dalla suore Luigine e dalle suore del Cottolengo a cui seguirà la Messa: inizia così la fase di preparazione per celebrare San Lorenzo, patrono della cattedrale, della città e della diocesi. «Con questi tre giorni vogliamo apprezzare la figura e la vita di san Lorenzo con la testimonianza di realtà della Chiesa locale: il seminario, la comunità delle Luigine e quella del Cottolengo», spiegano don Dino Negro e don Renzo Costamagna. L’appuntamento solenne, nel tardo pomeriggio, sarà arricchito dal ritorno in città, dopo più di trent’anni, del busto reliquiario di san Teobaldo Roggeri. «La festa non si deve fermare all’esteriorità, si tratta di un avvenimento importante per la nostra città. La celebrazione di san Lorenzo e il contemporaneo ritorno del busto reliquiario non possono che giovare alla comunità, sono due figure che hanno molto da insegnare: che san Lorenzo susciti in noi il desiderio di vivere con più forza nella coerenza del Vangelo e nella solidarietà con i più bisognosi, che san Teobaldo sia esempio di carità», commenta don Dino.

 

san-teobaldo-lupieriIl reliquiario di san Teobaldo, accompagnato dagli stendardi della Giostra delle cento torri, dopo un corteo in partenza alle 19 da piazza Garibaldi, raggiungerà, alle 20.15, piazza del Duomo, dove verrà accolto dal vescovo, alla presenza dei concelebranti e delle autorità civili e militari. La Messa delle 20.30, presieduta dal vescovo, mons. Giacomo Lanzetti, e concelebrata dai sacerdoti di Alba e della diocesi, è in programma per le 20.30; al termine seguirà un momento di festa in piazza del Duomo. Il busto reliquiario di san Teobaldo è stato presentato nel palazzo vescovile mercoledì scorso. Vissuto tra il 1100 e il 1150, Teobaldo Roggeri è compatrono di Alba e patrono dei calzolai. Nel 1429 le sue spoglie furono ritrovate dal vescovo albese Alerino Rembaudi e fece fare da un orafo il reliquiario. Quest’ultimo fu rubato nel 1983 e ritrovato nel 2011 a Minneapolis (via Internet) dalla redazione di Gazzetta in seguito alla segnlazione di un devoto e studioso di san Teobaldo di Provins. Ci sono testimonianze dell’opera di oreficeria – comune all’epoca in tutto il Piemonte – dal 1550. A partire dal 1711 e fino a cinquant’anni fa gli abitanti di Vicoforte, terra d’origine del santo, facevano un pellegrinaggio ad Alba. Il capo era inoltre portato in processione in occasioni particolari, a esso era reso omaggio da parte dei podestà di Alba, esposto per propiziare la buona morte in caso di necessità. Del recupero si occuparono i Carabinieri del Comando tutela patrimonio culturale, con i colleghi di Alba, in collaborazione con il Ministero degli esteri e l’Immigration and customs enforcement Usa. L’operazione è stata spiegata dal capitano Guido Barbieri, comandante del nucleo specializzato dell’Arma di Torino. Per il Ministero si occupò della vicenda Maria Liberatrice Visentini Maggia, interessata al caso dal rettore del santuario di Racconigi, mons. Gian Franco Troya. «Si tratta di un’opera dall’alto valore simbolico e storico, un ritrovamento fortunato e felice; ora inizia la fase di tutela. Si potrà così ricostruire quel legame che unisce la storia, l’arte e la religione », ha detto Paola Nicita della Soprintendenza ai beni storici e artistici del Piemonte. Don Dino, don Lorenzo, viceparroco della cattedrale, e il vescovo mons. Giacomo Lanzetti hanno in animo di destinare il busto reliquiario non solo a un uso museale ma anche pastorale. «Il 10 agosto, in occasione della festa di San Lorenzo, l’opera sarà presentata pubblicamente. Teobaldo era un laico ma esempio di carità. Ha molto da insegnare, ragione per cui non vogliamo limitare l’opera a un uso museale », spiega don Lorenzo, che nel corso dell’incontro ha raccontato le vicende del santo albese e del reliquiario. All’incontro era presente anche Bruno Ciliento, già soprintendente dei beni storici e artistici e curatore, nel 2001, della mostra dedicata a Macrino e al suo tempo dalla fondazione Ferrero: «Probabilmente il vescovo Rembaudi desiderava rilanciare la figura di san Teobaldo come figura della diocesi e il ritrovamento delle spoglie e la realizzazione del reliquiario ne furono l’occasione».

Manuela Anfosso

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