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«Cari sindaci, provate a leggere Beppe Fenoglio»

don rizzolo antonio_qBeppe Fenoglio è stato un grandissimo scrittore, che ha dimostrato di amare le  persone. Ha vissuto una vita intera insieme alla gente, raccontandone la storia e la cronaca. Oggi lo citano i politici, anche chi non l’ha mai letto, perché fa “colto”. Da quel che si dice Beppe Fenoglio ad Alba non ha avuto vita facile, non era così amato come si pensa, alcuni lo consideravano uno scansafatiche. Essendo un personaggio eclettico, intelligente e non credente, in una città bigotta le conseguenze non potevano che essere quelle. Cari sindaci, amministratori, provate a leggere Fenoglio, poi cercate tra le pieghe della quotidianità quelle stranezze che nascondono la storia; vedrete che esistono libri bellissimi mai letti né citati; scoprirete che questa terra ha ospitato tanti scrittori, poeti, pittori del tutto dimenticati. Scoprirete pure che esistono giovani di valore che sudano a proporre le loro opere. Scoprirete infine che nessuno più ha tempo per leggere o studiare, che le pagine bianche dell’ignoranza sono germogliate dal fiore dell’indifferenza e forse troverete il modo di incuriosirvi e non soltanto di replicare.
Don Chisciotte e Bruno Murialdo

 Beppe Fenoglio è uno dei più grandi scrittori italiani del Novecento. Ormai tutti lo riconoscono. Ma durante la sua vita non è stato molto apprezzato. Non tanto perché era non credente in una città bigotta. Ma perché nessuno è profeta in patria, come disse un giorno Gesù. È giusto però riscoprire davvero lo scrittore, leggendo direttamente le sue opere. E aprendo gli occhi sui tanti talenti che la nostra terra ancora oggi sa offrire. D’altra parte un artista per affermarsi ha bisogno che qualcuno creda in lui. Come ha fatto per Fenoglio il maestro Ugo Cerrato, instancabile divulgatore delle sue opere. Proprio su Gazzetta d’Alba Cerrato ha raccontato la profonda amicizia che legava Fenoglio a un ecclesiastico, don Natale Bussi. Ai suoi funerali civili don Bussi disse: «Caro Beppe, tu mi hai pregato di accompagnarti, come amico, in questa luttuosa circostanza. Ma sarei venuto ugualmente, perché l’amicizia che ci legava è sempre stata superiore a certe convenzioni umane». Di lui aveva detto in un’intervista: «Ho conosciuto Beppe Fenoglio negli anni del ginnasio e siamo rimasti amici fino alla fine. Si confidava spesso con me… Si discuteva di tutto… Ma lui era specialmente un ricercatore della parola».

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