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Guerra aperta alle slot machine

INCHIESTA. Troppi albesi – 40 sono in cura – si perdono nel gioco e si tenta di reagire.
Macchinette mangiasoldi: così il consigliere del Movimento 5 stelle albese, Ivano Martinetti, chiama le slot machine iperdiffuse in bar, tabaccherie, circoli e centri scommesse albesi. Spiega Martinetti: «Il problema è della compulsività, che spinge molte persone a non effettuare giocate sporadiche ma a stazionare diverse ore al giorno davanti alle slot, favorendo solo le finanze dello Stato, il quale si arricchisce a danno dei cittadini, creando veri drammi familiari».
Secondo i dati forniti dal Sert (Servizio tossicodipendenze dell’Asl Cn2) quaranta persone sono oggi in trattamento per ludopatia, con un costo stimato di circa duemila euro per intervento. Con una mozione che verrà discussa in Consiglio – approdata in commissione la scorsa settimana – la proposta del M5s prevede di istituire sistemi di videosorveglianza, con lo scopo di prevenire l’utilizzo delle slot da parte di minorenni e imporre regole stringenti per le nuove aperture; attuare forme di disincentivazione per gli esercizi pubblici, anche attraverso sgravi per le attività No slot; effettuare controlli per garantire la correttezza e la liceità dei software installati. L’idea segue quella lanciata da alcuni municipi piemontesi, che intendono disincentivare l’uso delle macchinette, ma anche di Milano, che ha limitato l’orario dei locali e ne ha bloccato i permessi. Ci ha spiegato Davide Nicco, sindaco di Villastellone: «Le speranze di successo sono ottime. Le persone hanno bisogno di incentivi per realizzare interventi positivi».
 Matteo Viberti

Gioco d’azzardo, Alba vuole limitare gli orari dei locali

Seppur meno mediatica di un’epidemia virale, la ludopatia è uno dei mali più difficili da debellare del nuovo millennio. Solo in Italia, sostiene il Codacons, i giocatori sarebbero
il 54 per cento della popolazione, ovvero oltre 32 milioni di persone, di cui un milione a rischio ludopatia. Le preoccupazioni del Movimento 5 stelle si sono tradotte in una mozione. Le parole del consigliere pentastellato Ivano Martinetti: «Non sottovalutiamo ciò che il Comune ha fatto, ma occorrono iniziative per disincentivare questo fenomeno», ha affermato, suggerendo di introdurre limitazioni sugli orari di funzionamento delle slot machine e delle sale gioco e sulle distanze dai luoghi sensibili oppure di utilizzare la leva fiscale per penalizzare gli esercenti che ospitano le “macchinette”. Se le proposte sono piaciute ai consiglieri di centro-destra, la maggioranza ha preferito la via della prudenza, facendo capire che in sala consiliare preferirebbe discutere un ordine del giorno, come ha spiegato il presidente della quarta commissione William Revello, e non la mozione. Una freddezza verso il tema solo apparente da parte del centro-sinistra. L’assessore Fabio Tripaldi ha mostrato soddisfazione per la prosecuzione del dibattito, mentre Silvana Molina ed Elena Negro hanno suggerito di puntare su educazione e formazione, come ha evidenziato pure
il consigliere Paola Farinetti. Dello stesso avviso l’assessore Luigi Garassino, il quale però non ha escluso la possibilità di introdurre misure coercitive. «L’Amministrazione ha avviato un percorso di contrasto al gioco d’azzardo che intende portare avanti sia con iniziative di formazione che con misure limitative (si pensa a un intervento sugli orari), difficili però da definire e sostenere», sostiene Garassino.
 Enrico Fonte

Lo Stato si fa biscazziere

Nel 2013 35 milioni di persone hanno giocato almeno una volta

Aumentano in città i locali – sarebbero una settantina – in cui è possibile puntare euro attraverso videopoker e slot machine. Il fenomeno, che è considerato la droga del ventunesimo secolo, non ha età, tutti sono a rischio. L’Amministrazione albese però si muove: ha aderito nel 2013 al Manifesto dei sindaci per la legalità contro il gioco d’azzardo e ha poi presentato la campagna di prevenzione della dipendenza Punta su di te, promosso dalla cooperativa sociale Alice.
«Non chiamiamolo gioco», commenta l’assessore alle politiche giovanili Anna Chiara Cavallotto. «La dipendenza da slot nasconde pesanti disagi e può essere considerata una vera “patologia sociale”. Il triste fenomeno sta purtroppo coinvolgendo anche i nostri giovani, che soffrono spesso in prima persona la mancanza di lavoro. Per questo intendo sviluppare, insieme al sindaco, un piano di politiche giovanili che prenda in considerazione tutti gli ambiti, dall’occupazione al divertimento, così da non lasciare i ragazzi albesi in balia di false illusioni. Tengo a precisare che l’Amministrazione di Maurizio Marello è molto sensibile alla tematica».
L’assessore alla cultura Fabio Tripaldi da sempre impegnato a contrastare il fenomeno, anche attraverso campagne di sensibilizzazione, commenta: «Si tratta di un problema annoso. Sarebbe opportuno che le scelte sul numero e sulla dislocazione delle slot fosse in mano al sindaco. Il legislatore si sta muovendo, ma purtroppo stanno crescendo i locali. L’attenzione del Comune sul tema è massima».
Precisa l’assessore al commercio Massimo Scavino: «Gli esercizi autorizzati a ospitare slot machine ad Alba erano 74 nel mese di febbraio. Il dato è stato rilevato da un’analisi realizzata dal Forum giovani albese».
Tommaso Lo Russo, del Comitato difesa dei consumatori di Alba, spiega: «Langhe e Roero sono sinonimo del buon vivere, ma da sempre sono anche “terre” di giocatori accaniti. Il gioco, legalizzato o d’azzardo, quando diventa una routine o addirittura un’ossessione, è una tragedia che coinvolge e sconvolge famiglie e amici. I due casi che abbiamo seguito come Comitato difesa consumatori di Alba si sono rivelati di una sofferenza inaudita: soldi che scompaiono, scadenze che non possono essere onorate, collette fra amici per tamponare l’urgenza, che non sarà mai l’ultima. Arrivare a cercare distinzioni fra gioco “contenuto” e gioco d’azzardo può essere addirittura pericoloso. Soprattutto per i soggetti più fragili la corsa alla fortuna si traduce in una malattia. A livello mondiale la patologia è pesantissima. Per restare all’Italia, sono non meno di 35 milioni le persone che hanno giocato nel 2013 e di queste – ma è una stima – almeno cinque milioni sono sulla linea di confine che precede il baratro. Quando lo Stato diventa biscazziere e facilita l’apertura di qualsiasi tipo di sala, vuol dire che siamo alla frutta».
 Bruna Bonino

5 miliardi di euro in slot, in Piemonte

La Regione Piemonte, come annunciato dal presidente Sergio Chiamparino  a fine agosto, intende contrastare il gioco d’azzardo tagliando dello 0,92 per cento l’aliquota Irap agli esercenti che rimuoveranno le slot machine e aumentando la tassazione dello stesso importo a quelli che continueranno a ospitarle. «Si tratta di una vera e propria piaga che ogni anno, in Piemonte, muove un giro d’affari di 5 miliardi di euro», hanno dichiarato, esternando la loro preoccupazione, il governatore Chiamparino e l’assessore alla sanità Antonio Saitta.

e.f.

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