A maggio riaprirà il castello sabaudo di Govone

GOVONE. È quasi completo il restauro delle sale cinesi.Da sx Stefano Zannonato-Marina Regni-Silvia Gayet-Natalia Baccichetto 2
Proseguono i lavori di restauro del castello govonese, inserito nel circuito delle Residenze sabaude e appartenente ai patrimoni tutelati dall’Unesco sin dal 1997.
I lavori, iniziati lo scorso autunno, termineranno entro la fine di aprile.

I fondi ricevuti per la rimessa a nuovo di alcune porzioni della residenza ammontavano a 1 milione di euro. Con essi, si è previsto il restauro totale nelle sale cinesi, corrispondenti, un tempo, agli appartamenti delle principesse, figlie di re Vittorio Emanuele I e, dopo il matrimonio, divenuti appartamenti per i nobili in visita ai reali durante la loro permanenza estiva. Le tappezzerie cinesi, uniche al mondo, ripropongono i cicli produttivi di alcune icone del Celeste Impero: ceramica, riso, tè e seta. Si tratta di preziosi quanto rari pannelli che raccontano attraverso le immagini i vari momenti di questi cicli produttivi, ricevuti in dono dalla regina Maria Cristina. L’Amministrazione comunale, di concerto con la Soprintendenza e la ditta vicentina Edilrestauro, sta procedendo alla pulizia e al recupero di tali prestigiose carte da parati attraverso una bonifica dei muri sottostanti.Martina Passarella 1

Si sta inoltre mettendo mano ad altri interventi di consolidamento, sempre sul piano reale. Uno nella Camera da parata del re e un secondo nella Sala a ponente dell’andito. L’opera sembra non aver incontrato grandi difficoltà. «È stata grande la collaborazione con la Soprintendenza. Se per le carte cinesi non ci sono stati intoppi, qualche inciampo ha avuto luogo smontando le volte delle due sale nella quali si stanno compiendo i lavori di consolidamento, ma sono già state messe in atto le varianti per proseguire», dichiara l’architetto Flavio Porro, che sta seguendo i lavori passo a passo. «Vorremmo ritornare alla bellezza originale recuperando al meglio questo gioiello», afferma il primo cittadino, Giampiero Novara.
Francesca Gerbi

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