Ultime notizie

Addio all’ex assessore provinciale Licia Viscusi. Il ricordo di Giuseppe Rossetto

Licia ViscusiCUNEO. Si terranno domani, alle 14.30, nella chiesa parrocchiale del Sacro Cuore a Cuneo, i funerali di Licia Viscusi, ex assessore provinciale a Istruzione e formazione professionale, Cultura, Decentramento universitario e Sanità durante la giunta guidata da Gianna Gancia (2009-2014). Viscusi (la prima a sinistra, nella foto), era stata insegnante di lettere e vice coordinatrice provinciale del Popolo della Libertà, vedova, con due figlie, si è spenta all’ospedale Carle di Cuneo a 75 anni.

Dall’avvocato Giuseppe Rossetto, ex sindaco di Alba e già vice della Giunta provinciale e commissario della Provincia, attuale vicepresidente di Confapi Cuneo, arriva un intenso, commosso ricordo della compianta Licia Viscusi, per cinque anni sua collega nell’amministrazione dell’Ente di corso Nizza.

«Licia Viscusi era una donna straordinaria, certo molto determinata e testarda, ma leale e corretta nelle decisioni. Con lei e da lei in Provincia per cinque lunghi anni ho imparato molte cose, a condividere le scelte in maniera limpida dopo averle discusse, mantenendo ferma la linea individuata, qualcosa di un po’ diverso dall’odierna orribile “modernità liquida” di Baumann, dove nulla è solido, stabile, duraturo, ispirato a valori umani e ideali immutabili, dove al contrario tutto è liquido, mutevole, instabile e revocabile in qualsiasi momento».

Rossetto racconta:  «Lei sapeva comprendere chi valeva e chi no; come tutte le insegnanti di una vita, sapeva che cos’è l’empatia, il mettersi nei panni altrui per meglio comprendere e rapportarsi con gli altri, senza peraltro apparire mai rinunciataria nel perseverare a coltivare gli ideali di libertà e democrazia nei quali credeva, senza mai arretrare di un passo se una scelta amministrativa da compiere, pur potendo attirare facili consensi immediati, si presentava tuttavia errata sotto il profilo della sostenibilità e della concezione degli interessi generali della Comunità.
Ricordo il suo modo di approcciarsi, prudente ma fermo, circa il processo di razionalizzazione della programmazione scolastica e formativa, necessariamente connessa con quello delle sedi scolastiche, nella nostra Provincia di Cuneo o circa il futuro dello sviluppo del decentramento universitario nella nostra Provincia, troppo spesso improntato in passato all’esigenza – tutta di corto respiro – della Università sotto casa, diventata troppo macchinosa e costosa da gestire, diventata troppo rischiosa dal punto di vista della qualità della formazione e della ricerca, talvolta anche slegata dal contesto socio-economico del territorio e molto proiettata, troppo, a sfornare quantità di laureati purchessia, incapaci di proiettarsi in un mondo ampio e globalizzato di confronto, sovente inclini alla protezione della “mamma chioccia”. Un’amica, una mamma premurosa e consueta alle relazioni internazionali, una collega generosa, sempre presente e zelante, nella buona e nella cattiva sorte. La rammento quando venne da me subito, ad aiutarmi e sostenermi senza remore e tentennamenti, non appena diventato Commissario prefettizio della Provincia di Cuneo nell’estate del 2014 e fino ad ottobre, impegnato a reggere le sorti della Provincia nel passaggio al sistema di elezione indiretta dei suoi nuovi reggitori e nella ben nota situazione drammatica della finanza e delle funzioni e competenze, che non è punto migliorata ma semmai ulteriormente peggiorata. Era subito pronta a darmi una mano, senza compenso e senza rimborsi spese di nessun tipo, come me, semmai carica di lavoro e responsabilità, come prima e più di prima nell’ora suprema della Repubblica, senza chiedersi perché farlo o se era giusto farlo, facendo seguire i fatti dell’impegno alle semplici e vuote parole di incoraggiamento, lontane da comportamenti conseguenti, come vidi fare da altri colleghi assai adusi alla chiacchiera. “Licia – le dicevo – quando entro nel tuo ufficio, a fianco del mio, prima vedo la nuvola del fumo e, se va bene, sullo sfondo – lontano, lontano – vedo te: ti fa male, non puoi smettere ?”;   ma lei sorniona faceva finta di nulla, come se non avesse sentito, dopo aver sorriso ed essersi stretta nelle spalle. Quando morì Pietro Ferrero il 18 Aprile 2011, giunse la ferale notizia mentre eravamo insieme in Consiglio provinciale e stavo illustrando una delibera sul bilancio, perché in quel momento la Presidente Gancia mi aveva affidato provvisoriamente anche quella delicata delega. Mi sovvenne, come quando inavvertitamente ti arriva una violenta botta alla testa, una sorta di mini-svenimento, lei in quel momento mi fu vicina a sostenermi nel profondo e repentino dolore provato allora, come sempre in quegli anni, presente in prima linea, quando occorreva senza alcun timore affrontare le responsabilità anche da sola, come quando quasi da sola, di fatto, si trovò a reggere le sorti della sede provinciale di Forza Italia a Cuneo. Licia mi e ci mancherai, ma il tuo pensiero e la tua memoria vivranno sempre in me ed in tutti noi! Un bacio e un abbraccio!».

Ecco il ricordo dell’europarlamentare Alberto Cirio: «Mi ha sempre colpito la sua energia, la sua determinazione, ma anche la sua grande gentilezza e disponibilità. Una persona disinteressata come poche, che ha fatto da chioccia a tanti, me compreso»

Banner Gazzetta d'Alba