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A Torino i funerali della partigiana Lucia Boetto, vedova Testori

RESISTENZA È deceduta  nei giorni scorsi a Torino, a 95 anni, Lucia Boetto, vedova Testori, insignita della  Medaglia di Bronzo al Valore Militare e Croce di Guerra per l’impegno con cui aveva militato nelle file dei partigiani.

I funerali di Lucia, figura storica della Resistenza cuneese, prima staffetta e poi ispettore dei Partigiani e fautrice dei contatti tra Ignazio Vian e il comandante Mauri, si svolgeranno domani, martedì 27 ottobre, alle 9.30,  nella cappella del Convitto Principessa Felicita di Savoia in via Principessa Felicita di Savoia 8/11.

Lucia Boetto partigiana
Lucia Boetto in una foto storica, fornita dall’Associazione nazionale partigiani

Figlia di un mugnaio di Castelletto Stura, nei giorni dell’8 settembre, Lucia non ha ancora 23 anni. Vive con energia l’organizzazione della Resistenza nel Cuneese, con Renato Testori, sottotenente al 2° Reggimento Alpini, Nardo Dunchi e altri ufficiali, che aveva conosciuto a Cuneo. Dopo lo sbandamento della Val Casotto, ripara per prima a Igliano, provvisoria sede del Comandante Mauri nelle Langhe e poi è costretta a rifugiarsi ad Alba quando i tedeschi perquisiscono casa sua, mentre è in missione a Torino. Ad Alba incontra Ignazio Vian e favorisce i contatti tra Vian e Mauri.

Dopo la cattura di Mauri, nell’agosto ’44, prima assiste i genitori di lui e poi, nel novembre, mentre partecipa al deflusso dei partigiani verso la Valle Belbo curato dalla missione inglese, si trova sullo stesso autocarro del maggiore Tempie al momento dell’incidente che ne causerà la morte, a Cortemilia, dove Lucia lo accompagna gravemente ferito.

Aldo Spinardi, nel suo libro “Mauri e i suoi” per la Collana della Resistenza cuneese, cita gli incarichi che Lucia ricoprì nella Resistenza, desumendoli  dal foglio notizie: dal 10 settembre 1943 all’8 maggio 1945 servì alle dipendenze del 1° Gruppo Divisioni Alpine, con la qualifica di capo servizio collegamenti;  dal 10 settembre 1943 al 25 gennaio 1944, di ispettore dal 25 gennaio al 1° luglio 1944, e, dal 1° luglio 1944 all’8 maggio 1945, di ispettore superiore.

Quando le conferirono la  medaglia di bronzo al valore militare, sottolinearono: «Donna fiera e coraggiosa, per tutta la durata del movimento di liberazione condivise i pericoli, i rischi ed i sacrifici della dura vita con le formazioni partigiane. Ricercata dalle S.S. tedesche non desisteva dalla lotta e fu staffetta instancabile, guida audace, confortatrice amorevole. Preziosi servizi furono da lei resi alla bella causa della libertà e con coraggio e abnegazione, modestia ed intelligenza assolse importantissime missioni, paga di compiere più del proprio dovere di donna italiana per la liberazione della Patria dall’odiato oppressore».

v.p.

 

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