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Danno Acna: i Comuni vogliono agire da soli

VALLE BORMIDA Una sentenza della Cassazione apre nuovi spiragli nella battaglia della Valle Bormida per il riconoscimento del danno ambientale. La legge attribuisce unicamente al Ministero dell’ambiente il diritto a rappresentare i territori danneggiati dall’inquinamento, ma la Cassazione ha stabilito che, per fatti precedenti il 29 aprile del 2006 (come l’inquinamento causato dall’Acna, dal momento che l’azienda chimica è chiusa dal 1999) , vale la norma precedente, che consentiva agli enti locali di proporre azioni giudiziarie in proprio nei confronti di chi ha causato il danno.

acna

Per questo, sedici Comuni (Saliceto, Monesiglio, Gottasecca, Prunetto, Mombarcaro, Gorzegno, Levice, Torre Bormida, Bergolo, Cortemilia, Castino, Perletto, Castelletto Uzzone, Pezzolo, Niella e San Benedetto Belbo) su iniziativa del presidente dell’Unione montana Roberto Bodrito e del sindaco di Saliceto Enrico Pregliasco sono ripartiti all’attacco con richieste di indennizzi e indagini epidemiologiche che vanno ad aggiungersi alla causa avviata dal Ministero dell’ambiente contro Syndial, la società proprietaria del sito di Cengio. Dagli avvocati Nadia Brignone e Amedeo Caratti, di Cairo Montenotte (incaricati dai Comuni), è anche partita la richiesta di «essere interpellati per la condivisione di qualsiasi intervento al fine di rendere effettiva la volontà di dialogo manifestata da Eni nel corso della Commissione parlamentare di inchiesta tenutasi il primo aprile 2015». L’azione avviata dai legali non si limita al risarcimento per danno ambientale. Si stanno infatti avviando studi epidemiologici per accertare danni biologici alla popolazione.

A seguire la vicenda Acna per i paesi del tratto cuneese della Valle Bormida è Pier Giorgio Giacchino, già sindaco di Camerana (adesso è assessore) e presidente della Comunità montana, ma anche ex dipendente Acna e tra i fondatori dell’Associazione dei lavoratori dell’azienda chimica di Cengio. Sulla possibilità per i Comuni di muoversi in proprio per il danno ambientale Giacchino è categorico: «I sindaci non hanno solo il titolo, ma anche l’obbligo di agire nei confronti di chi ha causato l’inquinamento. Non intervenire sarebbe un’omissione. Dobbiamo farlo».
Aggiunge il sindaco di Saliceto Enrico Pregliasco: «Non riusciamo ad avere con Regione e Ministero i contatti che vorremmo per manifestare le nostre esigenze. Pertanto, proveremo ad andare avanti da soli. Ciò non significa che non collaboreremo con Regione e Ministero, ma questo è un tentativo che va fatto»

Intanto, a Cengio, è iniziata nei giorni scorsi l’operazione di “capping”, ossia la copertura con teli plastici e terreno pulito degli ex bacini dove sono stati portati i materiali contaminati provenienti dalle operazioni di bonifica. L’intervento durerà probabilmente un paio d’anni.  Quindi, nonostante le dichiarazioni trionfalistiche di qualche anno fa da parte di Regioni e commissario straordinario, la bonifica è, di fatto, ancora in corso. Lo dimostra anche il recente rinnovo per 14 mesi e mezzo del contratto con il quale la Provincia di Savona ha affidato alla propria partecipata Ips l’incarico di occuparsi della verifica e del monitoraggio delle operazioni nel sito di Cengio ai fini del rilascio della certificazione di avvenuta bonifica. Costo dell’operazione: poco più di 300 mila euro.

Corrado Olocco

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