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Alba: un nato su quattro è straniero

INDAGINE “Biopolitica dell’alterità”. Titolo complesso ma in verità essenziale, perché si propone di analizzare semplici dinamiche: quali vissuti sociali, emotivi e culturali uno “straniero” si trova oggi a sperimentare nel contesto albese. Il progetto di ricerca è stato realizzato dalle associazioni “Lucio Grillo” e “In Flusso”, ed è sostenuto dal Comune di Alba nell’ambito del bando per il volontariato 2014 per favorire l’integrazione degli ospiti stranieri di Casa Pina.

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La ricerca nasce nell’ottobre 2014 ed è stata resa pubblica la scorsa settimana: oltre a una serie di riflessioni antropologiche e culturali, rende noti dati impressionanti. Al 31 dicembre 2014 in Alba gli stranieri rappresentavano il 12,4 per cento della popolazione (3.879 stranieri su 31.352 albesi) e di questi l’80 per cento risultava in età lavorativa. Inoltre gli stranieri, nello stesso anno, avrebbero registrato un incremento positivo (nascite meno deceduti) di 62 unità (+1,6 per cento), contro un incremento negativo di 130 unità (-0,4 per cento) dei cittadini albesi.

«Anche fosse solo da questi pochi dati scaturisce l’urgenza di intervenire in modo pragmatico per sostenere l’integrazione della diversità, intesa come valore arricchente per una comunità», ha spiegato Emil Eirale, ricercatore che si è occupato della parte statistica dell’indagine. Proseguendo: «Il dato più rilevante è quello relativo alle nascite: sul totale dei nati ad Alba, i figli di residenti stranieri – 69 sul totale di 255 nel 2014 – sfiorano il 25 per cento: significa un bimbo su quattro (mentre la popolazione straniera sfiora il 13). La crescita zero, che da anni influenza la demografia della popolazione italiana, è riflessa nella situazione albese: negli ultimi tre anni gli abitanti sono aumentati dell’1,8 per cento, ma suddividendoli in italiani e stranieri si scopre come il saldo sia negativo per i primi, con una diminuzione, seppur minima, di quasi 0,1 punti percentuali. Un ulteriore dato interessante: in Piemonte nel 2013 sono stati 12.559 i matrimoni totali celebrati, dei quali 2.210 di coppie in cui almeno uno era straniero. In particolare è la percentuale dei matrimoni misti, che supera il 13 per cento dei matrimoni celebrati, a dimostrare quanto la società sia diretta verso un’integrazione e una mescolanza che con il passare degli anni sarà necessaria e inevitabile».

Matteo Viberti

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