Le scuole rifanno i conti: ora servono 950 alunni

SCUOLA Dopo la tanto discussa “verticalizzazione” – unica direzione per le scuole dell’obbligo, dalle materne alle medie – ad Alba, che ha portato alla nascita di quattro istituti comprensivi –Centro storico, Moretta, Piave-San Cassiano e Mussotto e Sinistra Tanaro, rispettivamente 870, 1.000, 1.168 e 850 alunni –, il sistema scolastico piemontese è di nuovo nell’occhio del ciclone.

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La Regione ha infatti reso note le linee di indirizzo per il “dimensionamento” delle scuole piemontesi: in pratica palazzo Lascaris chiede ancora una volta – è già accaduto negli anni scorsi – di raggiungere anche per le superiori una media di 950 alunni per istituto; alle province è affidato il compito di indicare il percorso entro il 20 novembre. Come abbiamo detto, ad Alba le scuole del primo ciclo sono già in linea con le indicazioni. Il sistema “orizzontale”, che caratterizza ancora il 25 per cento delle scuole piemontesi dall’infanzia alle medie, è stato abbattuto privilegiando quello “verticale” che, secondo la Regione, favorisce la continuità educativa, l’integrazione di competenze e di esperienze tra i docenti oltre al superamento di situazioni di sottodimensionamento.
Nella Granda resta il problema per otto direzioni didattiche e cinque scuole superiori di primo grado, che potrebbero trasformarsi in istituti comprensivi. Fanno eccezione i plessi attivi in Comuni montani o marginali con almeno 10 bambini nella scuola dell’infanzia, 10 studenti per le classi primarie e da un minimo di 8 a un massimo di 18 per le pluriclasse e le sezioni staccate di scuola secondaria di primo grado costituite da almeno 20 alunni.
Vediamo i numeri delle scuole superiori albesi. Escluso l’istituto Umberto I, che tra le sedi di Alba, Fossano, Grinzane e Verzuolo conta 922 alunni, l’istituto Piera Cillario-Ferrero che tra Alba e Neive raggiunge i 1.000 studenti e il Da Vinci che di poche unità supera i 900 iscritti, nessun’altra scuola superiore arriva ai 950 studenti per plesso richiesti dalla Regione. Al Cocito si contano 800 ragazzi, 680 al Govone tra licei artistico e classico, mentre sono 817 gli studenti dell’Einaudi. Numeri che potrebbero far presumere eventuali accorpamenti, magari imposti.
Di questo non paiono essere preoccupati i dirigenti scolastici. Rappresentativo di tutti i presidi è il pensiero di Bruno Gabetti, alla guida del Cocito: «Non sono preoccupato, almeno nel breve periodo. Credo e auspico fortemente che, sia per il prossimo anno sia per il futuro, non vi siano modifiche ed eventuali accorpamenti. 950 alunni resta una media regionale che tiene conto di scuole superiori, sia della provincia sia della regione, molto più grandi di quelle albesi e che quindi – stando alle informazioni in mio possesso – compensano i numeri, ad esempio, del Cocito».

Manuela Anfosso

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