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Giordano: sospesa la cessione del ramo post vendita

Giordano vini annuncia 38 esuberi

ALBA La cessione del ramo “post vendita” della Giordano vini di Valle Talloria è sospesa. Sindacati e azienda si sono incontrati nella sede di Confindustria Cuneo per parlare del processo di terziarizzazione che prevede la cessione del ramo “post vendita” (46 dipendenti) alla società palermitana 2B1 con un solo dipendente e un capitale sociale di 10 mila euro e del contact center di Torino (36 dipendenti) alla Koiné di Brescia.

sciopero giordano vini valle talloria 1
Fortunato La Spina (Fai-Cisl), Sophia Livingstone (Flai-Cgil) e Giuseppe Meineri (Uila-Uil) commentano: «L’azienda ha confermato la sua disponibilità a un confronto continuo e trasparente con il sindacato, come noi richiedevamo, al fine di giungere possibilmente a una sintesi condivisa delle problematiche in essere. Come primo segnale di questo percorso l’azienda, che su nostra richiesta aveva già sospeso la procedura di cessione di ramo d’azienda all’indomani dello sciopero del 25 novembre, conferma tale sospensione fino a data da destinarsi per approfondire tutti gli elementi di criticità che hanno determinato il dissenso sull’operazione da parte dei lavoratori e del sindacato». <EM>Del call center, invece, se ne parlerà in Confindustria Torino ma, al momento, la cessione non è stata sospesa.
«Si tratta di una prima risposta alle preoccupazioni espresse dal sindacato e dai lavoratori che dovrà comunque concretizzarsi nelle prossime settimane. Altresì positivo è l’impegno a un confronto periodico con il sindacato sulle strategie industriali che mancava da tempo in Giordano vini e che deve portare a intese che garantiscano l’occupazione sul territorio e i diritti dei lavoratori», concludono i sindacalisti.
All’incontro di Cuneo hanno partecipato anche le Rsu di Giordano vini Sonia Della Pia, Roberta Bosio, Massimo Gebbia, Mario Gentile e Luca Lupo. «Per ora abbiamo vinto una battaglia e non la guerra, ma è positivo che i dipendenti del post vendita possano passare un Natale più sereno rispetto a quello che si era prospettato».

Marcello Pasquero

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