Artigiani, debole ripresa in attesa di un 2016 all’insegna del rilancio

CUNEO «Cala ancora leggermente il numero delle imprese artigiane, ma meno dell’anno scorso: -109 imprese rispetto al 31 dicembre 2014 (-252 un anno fa) attestandosi a quota 125.228, e si prevede un’inversione di tendenza nel secondo semestre 2016. Un dato confortante – commenta Maurizio Besana, presidente regionale di Confartigianato – perché l’emorragia si sta attenuando». Così come per l’occupazione, scesa a 258.711 unità (–14.072 rispetto all’anno precedente), ma che si prevede si assesterà nel 2016. I dati contenuti nel tradizionale compendio di fine anno, curato dall’Ufficio studi di Confartigianato Piemonte, restituiscono una fotografia del comparto artigiano a tinte meno scure di un anno fa. Anche se l’economia mostra i primi refoli di ripresa, il numero delle imprese artigiane continua a diminuire, pur mantenendo una tenuta sia in termini di numero di unità produttive che di addetti.

«La possibilità di ripresa per le imprese artigiane – prosegue Besana – dopo anni di pessimismo, dovuti alla crisi finanziaria e poi economica iniziata nel 2008, esistono ma, concretamente, sono legate ad alcuni fattori essenziali. Tra questi il miglioramento dei conti pubblici, il potenziamento delle infrastrutture, la riduzione della pressione fiscale, iniziative di sostegno per le pmi (struttura portante della nostra economia), gli incentivi all’export ed all’innovazione tecnologica».

Purtroppo prosegue il calo dei prestiti all’artigianato in atto da un triennio: rispetto ad un anno fa le imprese italiane (comprese quelle artigiane) hanno ricevuto lo 0,5% in meno di credito. In Piemonte il calo è stato più marcato sia per il totale delle imprese (-602 milioni pari al -2,7%), sia per le imprese artigiane (-86 milioni, pari al -5,2%). «Ma la voglia di farcela delle piccole imprese – conclude Besana – si manifesta anche nella loro capacità di adattamento ad una realtà economica completamente differente da quella dei primi anni 2000, ed anche se pesano fortemente le incognite legate alla situazione politica internazionale che potrebbero condizionare questi segnali, sono fiducioso sulle nostre opportunità di ripresa».

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