Debora Villa: «Ve le spiego io le donne mature»

ALBA Le sciagure e le fortune delle over nello spettacolo della serie Risate
Debora Villa, classe 1969, è stata interprete di serie televisive di successo come il serial I Cesaroni e le scenette comiche di Camera cafè. Sarà ad Alba sabato 6 febbraio, alle 21, nel teatro sociale per la serie “Risate” con The milf one-Sogno di una donna di mezza età. Una rappresentazione teatrale che poggia su una domanda: cosa succede quando una donna supera i quarant’anni? Quali sono i lati positivi, quelli negativi, gli aneddoti che contraddistinguono la maturità negli anni 2000? Con umorismo e facendo la caricatura anche di se stessa, Debora affronterà il complesso vissuto di una femminilità in veloce cambiamento.

DEBORA VILLA 2
Partiamo dal titolo. The milf one. Cerchiamo di spiegare a un pubblico non avvezzo al termine.
«Il linguaggio non è di derivazione pornografica. Non fa diretto riferimento a questo mondo. Bisogna dirlo subito. Mi rivolgo alle donne della mia età – ho “ben” 46 anni – che vengono sovente definite “milf”. Si tratta di un termine appioppato alle madri con figli e dal grande fascino sessuale. La terminologia utilizzata dalla società per questa specie è ampia: cougar, gilf. Sono altre parole in grande diffusione. Lo spettacolo è una presa in giro ovviamente. Tenta di raccontare il modo in cui oggi le donne “mature” sono viste dalla società, le sciagure e le loro fortune».
Qualche esempio?
«Sciagure: il fisico non reagisce più come vent’anni fa. Spesso non abbiamo peli sulla lingua e se qualcuno ci dà fastidio – parla troppo forte, ci irrita in qualche modo – non esitiamo a comunicarlo direttamente. E così via. Fortune: siamo più sicure di noi stesse. È finito il periodo di costruzione della personalità, possiamo tirare un sospiro di sollievo. A dire il vero non vorrei tornare giovane neanche se mi pagassero un milione».
Anacronistico.
«Pensiamoci bene. Quando eravamo giovani eravamo più insicure. Mi facevo suggestionare facilmente, bastava mi dicessero: “Ma cosa stai dicendo? Sei fuori?”, che iniziavano una serie di paranoie sul mio valore, la mia capacità. Un vero calvario. Ora sono consapevole delle mie competenze, sensazioni, del mio valore. So rispondere a chi mi attacca. Ce ne stiamo più tranquille, senza bisogno di un costante cambiamento, senza oscillare a ogni minima ventata».
Cosa ci dice riguardo agli uomini, invece?
«Nello spettacolo prendo anche in giro il modo in cui oggi si va in discoteca, gli stereotipi maschili, il loro modo di categorizzare e percepire la donna. In generale e trasversalmente al genere sessuale, il costante bisogno di apprezzamento e visibilità, il tentare di rendersi appariscenti e divertenti, il sistematico cercare di non essere mai noiosi sono gli atteggiamenti che tento di evidenziare attraverso l’ironia interattiva col pubblico».
In che senso, interattiva?
«Parlo continuamente con gli spettatori. Per questo la durata dello spettacolo può variare. Da mezz’ora fino a un’ora e mezza! Dipende tutto da come le persone, per così dire, “mi sopportano”».

Banner Gazzetta d'Alba