Il liceo Govone sperimenta la fisica spiegata in lingua straniera

Il liceo Govone sperimenta la fisica spiegata in lingua straniera

ALBA Ha da poco ripreso l’aereo per tornare in America il giovane studente del Massachusetts institute of technology, Justin Cheung, che nel mese di gennaio, per tre settimane, ha svelato i segreti della fisica agli allievi del triennio del liceo classico Govone, nella sua lingua madre, l’inglese.

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Justin, ospite presso le famiglie di due studenti della scuola, Umberto Monchiero e Paola Cassinelli, ha preso parte a un progetto proposto dalla sua università chiamato Global teaching lab, grazie al quale laureandi in materie scientifiche hanno la possibilità di passare dai banchi universitari alle cattedre di scuole superiori selezionate in diverse parti del mondo, in particolare Italia, Israele, Corea, Cile, Messico, per insegnare la loro materia curricolare con metodi non tradizionali. È stato così che i ragazzi del Classico, abituati a sottolineare spessi libri di testo e annotare appunti, hanno potuto sperimentare un approccio nuovo e decisamente più interattivo, al mondo della fisica.
«L’esperienza è stata accolta con entusiasmo tanto da noi ragazzi, quanto dal giovane ospite, che si diceva sorpreso dal nostro livello di inglese, dalla rapidità con cui riuscivamo ad afferrare leggi complesse e dalla partecipazione di noi studenti, forse più abituati al confronto con le opere del caro Galilei, piuttosto che con le sue formule di trasformazione delle coordinate, descritte dalla relatività galileiana», spiega Giulia D’Aleo della II B.
Sin dalla prima lezione lo studente-docente ha saputo conquistare anche la simpatia dei più scettici, raccontando la sua storia di amore e odio con le scienze: ha confessato di aver preferito per anni di gran lunga la letteratura alla fisica e che per assurdo, era stata proprio la lettura del “Sistema periodico” di Primo Levi a creare un ponte con quella materia oscura, spingendolo più tardi a prendere un aereo dall’Australia, suo paese d’origine, per gli Stati Uniti, dove avrebbe potuto frequentare un’università mondialmente riconosciuta per l’eccellenza nel campo delle scienze e delle nuove tecnologie.

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«Il suo sogno è quello di terminare gli studi e poter entrare nel settore del design di robot finalizzati alle cure mediche, eppure ha ammesso che anche il ruolo di insegnante non gli è dispiaciuto affatto. “Quando realizzerete che qualsiasi evento, qualsiasi azione che compiamo sono regolati dalle leggi della fisica, potrete capire perché ho cambiato idea sul conto di questa scienza così affascinante!” è stato il messaggio che ha lasciato a noi giovani allievi», continua D’Aleo.

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La sua presenza ad Alba, resa possibile da un progetto coordinato dalla docente di inglese Lucia Toppino, è stata come una boccata d’aria fresca nei secolari corridoi del “Govone”, dove si attendono con impazienza nuove e future collaborazioni con studenti internazionali.

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