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Torna l’erba tra i filari

VITICOLTURA Si chiama Green experience il progetto di certificazione sostenibile presentato la scorsa settimana ad Alba da Coldiretti e rivolto ai viticoltori, frutto di tre anni di sperimentazione in oltre mille aziende. «La certificazione, rilasciata da un ente terzo, accompagnerà la produzione delle uve ottenute nel progetto “Viticoltura ripensata e sostenibile”, che ha introdotto la lotta integrata ai parassiti con l’obiettivo di adottare tecniche di coltivazione meno impattanti dal punto di vista ambientale», spiega il segretario di zona di Alba della Coldiretti Cesare Gilli. che ha anche ricordato come negli ultimi anni sia cresciuta l’affermazione dei prodotti biologici.

Marchio 1
Il marchio di certificazione sostenibile ideato da Coldiretti.

Chi segue le indicazioni di Green experience potrà usare il marchio, caratterizzato da una foglia di vite al cui interno si riconosce la sagoma geografica del Piemonte. Il marchio non ha nulla di commerciale, ma punta a qualificare e rendere individuabili con immediatezza vini ottenuti nel rispetto dell’ambiente e del territorio. Sono stati definiti due disciplinari con marchi leggermente diversi: Green experience e Green experience plus, che si differenziano dal colore della farfalla a fianco della foglia di vite. Aggiunge il direttore di Coldiretti Enzo Pagliano: «Nel nostro progetto non si fa più uso di diserbanti chimici e sono introdotti elementi compatibili con il normale ciclo ambientale come i nidi per gli uccelli e le essenze floreali. Molte malattie della vite sono combattute con metodi innovativi che privilegiano l’agronomia alla chimica».

I dettagli tecnici del progetto li ha illustrati il coordinatore Beppe Vivalda. Uno dei punti centrali è l’eliminazione dei diserbanti, che costituiscono il 75 per cento dei residui agricoli dispersi nell’ambiente. Vivalda ha spiegato che l’abbandono dei diserbanti presenta vantaggi agronomici, ambientali ed estetici ed è utile contro l’erosione dei terreni. «L’obiettivo è di ridurre l’inquinamento e di migliorare la biodiversità per rendere le nostre colline ancora più belle», ha aggiunto Vivalda, ricordando che «Il disciplinare non serve per avere un vino migliore, ma per avere un mondo più pulito».

Corrado Olocco

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