Non basta parlare di Masterchef

Petrini discute di "Buono, pulito e giusto"

TORINO Parla albese e braidese il primo Festival internazionale del giornalismo alimentare tenutosi a Torino, giovedì 25 e venerdì 26 febbraio. Ad aprire e chiudere la manifestazione, che ha richiamato oltre 500 giornalisti da tutta italia, Carlin Petrini e l’europarlamentare Alberto Cirio. Le Langhe e il Roero sono stati protagonisti citati come esempio di eccellenza e possibile, futura sede di parte del Festival.

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Il fondatore di Slow Food ha lanciato l’idea di un corso di laurea per formare i nuovi giornalisti della comunicazione alimentare da attivare nell’Università di scienze gastronomiche di Pollenzo.
«La comunicazione alimentare è schizofrenica e i giornalisti del settore stanno ridefinendo il lavoro: l’obiettivo è uscire dalla concezione secondo cui sono solo comunicatori di eventi come Masterchef. Devono invece rendersi conto che chi si occupa di cibo si occupa di politica e sociologia, in una visione olistica, che tocca più rami della vita quotidiana», ha spiegato Petrini. Solo un’idea? Sarà il tempo a rispondere.
All’evento inaugurale hanno partecipato anche il sindaco di Torino Piero Fassino, Giuseppe Lavazza, vicepresidente della multinazionale torinese del caffè, e il viceministro Andrea Olivero.
I lavori di venerdì 26 febbraio si sono aperti nel segno del magistrato Raffaele Guariniello per discutere di reati alimentari e agromafie. «Ci vuole un’agenzia nazionale specializzata nel settore dei reati agroalimentari. Renzi facci sognare», è stato l’invito di Guariniello al premier, lanciato in maniera scherzosa, ma serio nei contenuti, perché «sono molti gli alimenti che finiscono nella rete della contraffazione, dalla mozzarella creata con latte vaccino e non di bufala fino ai pomodori importati dalla Cina».
Marcello Pasquero

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