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Rimborsopoli regionale: chieste le condanne

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TORINO Peculato, truffa, finanziamento illecito ai partiti: sono le accuse formalizzate dai pubblici ministeri nei confronti di 25 consiglieri regionali nell’ambito del processo Rimborsopoli in corso a Torino. Durante l’ultima udienza la pubblica accusa ha richiesto pene che vanno da un minimo di un anno e quattro mesi a quattro anni e quattro mesi. La sentenza è attesa per luglio o settembre.

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Nel calderone sono finiti anche due consiglieri regionali del nostro territorio: Giovanni Negro di Monteu Roero e Federico Gregorio, attuale segretario della sezione Lega nord di Bra.
Per il primo c’è un richiesta di condanna a 2 anni e 6 mesi: «Affronterò il giudizio a testa alta, sperando che questa storia finisca presto», commenta Negro. «È una vicenda assurda: anche i testimoni hanno dimostrato come le spese da me sostenute per spostarmi sul territorio fossero pienamente giustificate. Non ho mai voluto patteggiare, perché ritengo di non aver fatto niente di sbagliato. Ho fatto il mio dovere, ho dato molto al territorio in quarant’anni di impegno pubblico ci ho rimesso anche di tasca mia e questa, purtroppo, è la ricompensa. È un calvario che non auguro a nessuno. Le spese che ho sostenuto per impegni legati al ruolo di consigliere venivano vagliate dal gruppo e rimborsate».
Due anni e 4 mesi (la stessa pena richiesta per l’ex presidente della Regione Roberto Cota) è la richiesta di condanna per l’ex consigliere leghista Gregorio: «La richiesta dei pm è un atto formale che ci aspettavamo dopo essere stati portati a giudizio. Però, a differenza di altri, non ho patteggiato perché, fin dall’inizio, mi ritengo a posto». Le “spese pazze” contestate a Gregorio riguardano una manifestazione leghista svoltasi a Moriglione di Narzole, la stampa dei manifesti e la distribuzione di gadget a spese del gruppo. Niente a che vedere con le cene pagate ad amici e familiari, le mutande verdi, i regali, le multe pagate messe in nota spese da alcuni politici e che avevano suscitato un grande clamore intorno alla vicenda.
«Sembra incredibile, ma da quando siamo entrati in Regione», chiude Gregorio, «abbiamo iniziato ad andare in tribunale. Sono tranquillo e in attesa del giudizio anche se è un’esperienza spiacevole. La mia attività politica non si è interrotta e stiamo lavorando per ricostruire un bel gruppo di sostenitori nell’Albese».
Erica Asselle

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