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Umberto, che ha scelto di lavorare la terra

CORNELIANO In un mondo che va veloce e non ha più tempo di godersi un’alba oppure un tramonto, c’è chi, sebbene giovanissimo, trae soddisfazione nel vedere i frutti crescere delle sue piante, ritornando alla campagna. Umberto Bergadano, cornelianese di 26 anni, non nasce contadino, bensì geometra, ma racconta: «Dopo quattro anni mi accorsi che non potevo trarre ricchezza lavorando nel settore edile, così decisi di dare una svolta alla mia vita e di dedicarmi alla campagna nell’azienda che prima era di mio padre e ora è mia. Coltivo frutta primaverile (come albicocche o ciliegie), e poi nocciole, viti, zucche e patate, tutto senza utilizzare fertilizzanti che possano essere nocivi per l’ambiente. Credo che si debba ritornare al passato, fare un passo indietro e riutilizzare i concimi organici, questo è quello che sto cercando di creare nella mia azienda».

UMBERTO BERGADANO
Umberto riflette sul livello delle piccole imprese simili alla sua: «Oggi il mercato ci insegna che la meccanizzazione agricola è basilare. Sto lavorando per migliorarla all’interno della mia piccola azienda e cerco di aggiornarmi continuamente. Ma rimango dell’idea che le nuove macchine debbano essere a basso impatto ambientale, altrimenti perderemmo noi, in primis, in benessere».

Quale stimolo ha spinto un ventenne a tornare alla terra? «Traggo soddisfazione dall’ambiente tranquillo della campagna, dalle mie piante rigogliose e vigorose, dal vedere i frutti che nascono da piante che ho coltivato io, in modo ecosostenibile, così che l’ambiente del Roero ne abbia vantaggio».

f.ge.

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