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Bonifica Acna: i sindaci sfidano l'Eni

VALLE BORMIDA È firmata da 23 sindaci della Valle Bormida (cuneese e astigiana), della Valle Uzzone e di alcuni centri dell’alta Langa la lettera inviata nei giorni scorsi all’onorevole Alessandro Bratti, presidente della Commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, con la quale gli amministratori chiedono un’audizione davanti all’organo parlamentare. Al centro della richiesta, i lavori di bonifica del sito ex Acna di Cengio-Saliceto, sui quali, secondo i sindaci, ci sono ancora parecchi punti da chiarire.

Nel documento, preparato dall’assessore di Camerana Pier Giorgio Giacchino, coordinatore delle iniziative della Valle sulla questione Acna, i sindaci si dicono disposti anche ad affrontare un contraddittorio con Eni-Syndial per confutare le tesi sostenute dalla proprietà del sito il primo aprile dello scorso anno, durante un’audizione di fronte alla stessa commissione.

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L’ingresso dell’ex stabilimento Acna di Cengio.

 

«Siamo a conoscenza di cose gravi e inedite su quel sito, tali da cambiare l’opinione abilmente promossa che l’Acna è un problema risolto. Eni-Syndial ha più volte scritto di essere disponibile a incontrare i Comuni nelle sedi istituzionali. Vediamo se accetteranno un confronto diretto», commenta Giacchino. «Nell’audizione la proprietà ha in parte minimizzato e in parte eluso le situazioni gravi che preoccupano i sindaci. Quanto viene propagandato come bonifica corrisponde in realtà all’anno zero di un sito denso di incognite e costi», scrivono i sindaci all’onorevole Bratti, facendo riferimento anche ai problemi ambientali e sanitari legati all’inquinamento della zona.

All’audizione dello scorso anno presero parte il dirigente dell’Eni Salvatore Sardo e l’amministratore delegato di Syndial Giovanni Milani, che a proposito del sito Acna dichiararono: «A Cengio siamo partiti dalla chiusura dell’attività industriale per arrivare a una bonifica completa del sito, a oggi quasi ultimata. Rimane da chiudere la parte di area cosiddetta A1, quella che ha preso i rifiuti delle altre parti del sito stesso, rispetto a cui è in corso una procedura di infrazione comunitaria, perché non viene vista come una messa in sicurezza legata alla bonifica, ma come una discarica. Stiamo cercando di assistere il Ministero per evitare la procedura di infrazione».

I «lavori ancora da chiudere» di cui parlarono i vertici Eni sono iniziati a settembre del 2015. Si tratta di interventi per isolare i bacini in cui sono stoccati i terreni contaminati. «I lavori sono in corso. Su una parte è stato messo un primo strato di terreno. Si tratta di un intervento importante e delicato che porterà alla copertura definitiva dell’area eliminando anche il problema dei cattivi odori che, in giornate molto calde, arrivano ancora da Cengio», spiega il sindaco di Saliceto Enrico Pregliasco.

Il costo dell’intervento si aggira sui 18 milioni di euro. La conclusione è prevista nel 2017, diciotto anni dopo la chiusura dell’Acna.

Corrado Olocco

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