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Il Barolo è il massimo del vino italiano

Il Barolo è il massimo del vino italiano

 

BAROLO «Il Barolo piace proprio a tutti, anche a papa Francesco». A rivelare l’ennesimo nome celebre da annoverare tra gli intenditori del “re dei vini” è Joe Bastianich, testimonial scelto dall’Enoteca regionale per rappresentare l’annata 2012. L’imprenditore della ristorazione, proprietario di una trentina di ristoranti nel mondo, ha presenziato alla cerimonia ufficiale tenutasi domenica scorsa a Barolo.

Della realizzazione dell’etichetta istituzionale si è occupato Sandro Chia, pittore e scultore toscano, membro del movimento della transavanguardia italiana. Il drappeggio bianco che riporta ha per l’artista molti rimandi: «A una bandiera, a un lenzuolo, a un sipario, ma soprattutto a una tovaglia da degustazione o di una tavola imbandita, con l’atmosfera di festa che li contraddistingue». Un’etichetta che Bastianich ha definito “intrigante”, aggiungendo al suo apprezzamento un pizzico dell’umorismo che lo contraddistingue: «Nasco come cameriere, e oggi mi dedicano un’annata con una tovaglia in etichetta».

Anche a Barolo il ristoratore ha saputo conquistare il pubblico, tra il quale è diventato celebre soprattutto grazie al ruolo di giudice di Masterchef. Anche in Langa il suo buffo italiano ha divertito, con particolari citazioni dei tormentoni «Mi stai diludendo» e «Vuoi che muoro?», tanto enfatizzati negli ultimi anni dalle imitazioni di Maurizio Crozza. A parecchio tempo prima risale l’apertura del primo ristorante di Bastianich, infelicemente battezzato “Becco”: «Quando degli italiani, ridendo, mi hanno detto cosa significava, l’attività era già ben avviata e ho mantenuto il nome nonostante il significato: andiamo forte col Becco e cerchiamo di non diventare cornuti». L’italiano a tratti maccheronico tutto sommato può passare in secondo piano, considerato che Bastianich è sì figlio di immigrati italiani, ma è nato e vissuto in America.

L’Enoteca non poteva scegliere testimonial migliore per tenere alto lo stendardo del “re dei vini” nel mondo: «Questo vino, così come questa terra, sono stati fondamentali nella mia vita e nel mio percorso, mantenendo un legame tra l’Italia e la mia famiglia. Ho bevuto Barolo, massima espressione del vino italiano, in tutti i momenti più importanti».

Il 2012 si presenta come un’annata equilibrata e di qualità. A condurre la degustazione della selezione ufficiale dell’Enoteca, scelta a rappresentare le caratteristiche più tipiche dell’annata, è stato come sempre l’enologo Armando Cordero, che, come d’abitudine, è partito da un’analisi dell’andamento climatico: «La campagna 2012, dopo un iniziale inverno mite protrattosi fino a gennaio, è stata caratterizzata da abbondanti precipitazioni nevose e piovose fino a giugno, velocizzando lo sviluppo della vite e determinando un’allegagione minore, quindi meno acini per grappolo, situazione superata ad agosto, con temperature alte e precipitazioni scarse». Il risultato è un Barolo prodotto con una materia prima quantitativamente non abbondante, ma qualitativamente eccellente.

La cerimonia si è conclusa con il conferimento, ai due giornalisti che da anni coordinano la cerimonia, Sergio Miravalle e Giancarlo Montaldo, della menzione speciale dell’Ordine dinastico del Barolo.

Elisa Pira

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