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Una casa per i migranti. Montà si mobilita

Una casa per i migranti. Montà si mobilita

MONTÀ Potrebbero arrivare 5 persone, che mai verranno lasciate sole
Durante il Consiglio pastorale di mercoledì 8 giugno il parroco di Montà, don Domenico Degiorgis, ha ufficializzato una notizia che già alcuni mesi fa Gazzetta aveva anticipato. L’Unità pastorale montatese ospiterà dai 4 ai 5 migranti che le verranno assegnati dalla Caritas diocesana.

«Abbiamo fatto questa scelta», ci ha spiegato il parroco, «in risposta all’appello del Papa. Lo spirito è quello dell’accoglienza cristiana che si rivolge a tutti, a prescindere dalle singole storie. Non vogliamo sostituirci allo Stato, soltanto venire incontro ai migranti che, ora più che mai, sono una categoria debole e in difficoltà. E vogliamo dare loro una testimonianza di vicinanza».
Sarà don Luigi Alessandria, direttore della Caritas diocesana, a inviare a Montà chi avrà bisogno di una casa. «Saranno soggetti singoli e non famiglie e le risorse a loro destinate saranno gestite direttamente da noi», precisa don Domenico, annunciando l’ostacolo e la soluzione per superarlo: «Non possiamo ospitarli nelle canoniche perché quella di San Vito è già occupata da una famiglia albanese, quella di Montà manca di spazio e indipendenza e a San Rocco non c’è canonica. Per questo siamo alla ricerca di un appartamento. L’appello è alla popolazione: cerchiamo una sistemazione che sia, possibilmente, nel capoluogo. Il pagamento dell’affitto sarebbe garantito e l’adeguatezza della struttura andrebbe certificata dalla Prefettura. Risolto questo passaggio, i migranti dovrebbero arrivare».
Il parroco prosegue: «Ci impegneremo a non lasciarli soli. Attraverso i programmi che ci autorizzerà la Prefettura e le linee guida della Caritas, a cui ci ispireremo, cercheremo di trasformare in risorsa quello che spesso è visto come un problema. Anche se, per la legge, molti non possono lavorare per i primi mesi in Italia, ci sono tanti modi per impegnare il loro tempo al meglio: dal volontariato ai corsi di italiano, assistiti da un educatore professionale e sostenuti dai volontari montatesi. Crediamo in questo progetto», conclude don Domenico, designandolo come «un’occasione di crescita per tutta la comunità».

Andrea Audisio

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