Ritornano atteggiamenti tribali e paure del diverso

L'inchiesta: la fede al tempo del Bataclan 3

Ritornano atteggiamenti tribali e paure del diversoIL SOCIOLOGO Maurizio Maggi è un ricercatore dell’Ires (Istituto di ricerche economico sociali) Piemonte. Lo incontriamo per analizzare a livello sociologico il tema della fede e della percezione del rischio, la concezione della propria incolumità e l’idea degli attacchi terroristici come effetto del pericolo originato dall’“Altro”.

Dopo i recenti attentati terroristici, i piemontesi hanno mutato il proprio modo di percepire il mondo?
«Secondo l’indagine che abbiamo effettuato sul clima d’opinione a livello piemontese – dinamiche che si ripetono a livello cuneese –, risultano in incremento i parametri della fiducia verso l’altro e dell’estensione della propria sfera di legami oltre allo stretto circolo di amici e famiglia, che invece durante il periodo di crisi degli ultimi anni avevano rappresentato il solo punto di appoggio per gli individui. In altre parole assistiamo a un ritorno al sociale, un’apertura che oltrepassa le vicinanze più strette. Passato il momento di difficoltà, gli individui recuperano una nuova socialità».

Sembra incoraggiante.
«Non direi. Quello che abbiamo rilevato è una sorta di sottostante bisogno di stringere alleanze, secondo un’apparente e implicita consapevolezza che da solo non ce la posso fare. I piemontesi sembrano ora più propensi ad avvicinarsi a chi è “simile a me”, a chi appartiene alla mia classe etnica, religiosa e sociale. Incrementano le uscite fuori casa, come se le persone fossero spinte da un automatico tentativo di stabilire reti e stringere legami di vicinanza. Il diverso, lo straniero, gli islamici, vengono visti con maggiore diffidenza. Assistiamo a un crollo di tutti i parametri statistici che misurano la tolleranza. Assistiamo a un movimento sociale che oserei definire tribale (creare gruppi omogenei dal punto di vista sociale, secondo una logica protettiva), e di cui le dinamiche geopolitiche internazionali sono sicuramente corresponsabili».

Come intervenire su queste spinte regressive?
«Purtroppo il senso di incertezza è oggi diffuso, la fiducia nella Chiesa come istituzione diminuita, nella Polizia e nella Magistratura altrettanto, le persone sono spaventate. Staremo a vedere cosa si muoverà nei prossimi mesi. Ancora presto per pensare alle future evoluzioni».

m.v.

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