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MetroGranda: un sogno che può avverarsi

MetroGranda: un sogno che  può avverarsi

TRASPORTI Vantaggi infrastrutturali, vantaggi ambientali ed energetici, vantaggi urbani e sociali: sono queste alcune delle ricadute positive che il progetto MetroGranda-Mobilità e territorio avrebbe in provincia. È stato presentato sabato 2 luglio nella sede della fondazione Cassa di risparmio di Cuneo il lavoro di ricerca MetroGranda realizzato dal Politecnico di Torino e finanziato dalla fondazione.

Durante la mattinata sono intervenuti il coordinatore del gruppo di ricerca, professore e architetto Antonio De Rossi, gli architetti Marco Barbieri e Mattia Giusiano e l’ingegnere Nicola Coviello. Presenti anche l’assessore ai trasporti della Regione Francesco Balocco, il presidente della fondazione Crc Giandomenico Genta e l’onorevole Chiara Gribaudo.

MetroGranda è uno studio di fattibilità che spiega il percorso da intraprendere per la riattivazione e il recupero delle linee ferroviarie sospese o dismesse della provincia di Cuneo. Riconoscendo il carattere policentrico del territorio del Cuneese, vuole agevolare la mobilità diminuendo i tempi di viaggio con l’eliminazione di alcune fermate, ma integrando il servizio ferroviario a quello urbano.

Le tratte interessate sarebbero due: quella ovest, che unisce Bra a Mondovì passando per Savigliano, Saluzzo e Cuneo, e quella est, che collega Mondovì a Bra attraverso la Valle Tanaro. Mentre la prima tratta potrebbe già essere avviata perché le linee ferroviarie sono ancora in uso per il trasporto di merci, per costruire la tratta est, lungo le vecchie linee della Mondovì-Bastia e della Bra-Ceva servono circa 83 milioni di euro.

«Ottenere fondi per queste tratte vuol dire investire non solo sui pendolari, ma anche sui turisti e sui cittadini che visitano e abitano il territorio», spiegano gli architetti, «si riuscirebbe, inoltre, a combattere lo spopolamento delle aree marginali, come le Langhe monregalesi o i Comuni più piccoli».

Balocco crede nello studio: «Conosco il progetto dal suo nascere e posso dire che si è sviluppato ed evoluto a un alto livello di fattibilità. Anche la coesione territoriale non deve mancare: questo progetto spero possa essere seguito da altre province e regioni in un’ampia visione di integrazione territoriale. Con i Comuni dell’Albese stiamo collaborando per il recupero della linea Asti-Alba e finalmente con questo abbiamo dei progetti e studi di fattibilità approfonditi e reali».

L’onorevole Mino Taricco, anche lui alla presentazione, commenta: «I costi sono forse ottimistici, ma lo studio sembra essere una buona partenza, soprattutto la tratta est. L’unione tra ferro e gomma deve essere collaborativa e non competitiva».

Ora l’idea è quella di presentare lo studio all’Europa per ottenere fondi.

Enrica Dellapiana

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