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Gaia: il vino viene prima del turismo

Gaia: il vino viene prima del turismo

BARBARESCO L’evento conclusivo di Attraverso festival, si è tenuto a Barbaresco con l’incontro tra due celebri produttori di vino: Angelo Gaia e Walter Massa. Un folto pubblico ha assistito alla chiacchierata tra coloro che sono stati definiti i partigiani del vino, con la regia di Oscar Farinetti e le musiche del cantautore Omar Pedrini.

Gaia, che per la prima volta ha parlato in pubblico nel suo paese, ha esordito con un’affermazione molto forte: «La forza del Barbaresco è il meno. Meno alcol, struttura, invecchiamento, meno caro, prodotto in un Comune che ha meno spazio per il turismo, per il commercio, per l’industria, una combinazione che gli dà un’importante specificità. Una somma di meno, che conferisce al Barbaresco una grande eleganza».

Massa ha fatto riferimento all’importanza dei produttori: «Teniamo in piedi il paesaggio dell’Italia. Se abbiamo avuto successo è solo grazie alle nostre radici. Lavoriamo per la crescita del vino, siamo una vera e propria cordata di gente che lavora in questa direzione».

I due pionieri della viticoltura piemontese, incalzati da Farinetti, hanno raccontato la loro storia. Gaia ha ricordato la lungimiranza del padre, che ha scelto di produrre come voleva lui, con meno quantità, trasformando per primo i mezzadri in salariati. Poi ha esortato il figlio Angelo ad andare all’estero per portare avanti il loro progetto imprenditoriale, che in Italia veniva additato come individualista.

Massa ha raccontato di quando, ancora studente dell’enologica, era andato a visitare le cantine di Gaia, e come, nell’87 provò a produrre le prime bottiglie di Timorasso, con due ettari di terreno, mentre oggi produce su 98 ettari. «Tutta roba che finisce in bottiglia e fa “il pil etico”, per dare dignità a un territorio di confine, per dare un senso a questo angolo di Piemonte», ha detto con orgoglio.

In un momento storico in cui tutto il territorio si sta impegnando per lo sviluppo del turismo Gaia sembra andare ancora una volta controcorrente: «Il nostro valore è lo scoglio di terra che abbiamo, un valore altissimo nel terreno e nel vino, il turismo viene dopo. Queste sono le colline del vino, non del turismo».

Gaia ha concluso con una riflessione sul futuro del mercato: «Bisogna far capire che il vino è la bevanda culturale per eccellenza e che il vino italiano è in assoluto quello che meglio si abbina ai cibi, di tutte le cucine del mondo. L’Italia ha la possibilità di offrire una gamma vastissima di prodotti, basta saper suscitare l’interesse verso i nostri vini».

Silvana Fenocchio

 

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