Il vescovo Domenico Pompili: «Alba potrà fare molto»

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Cerrato a colloquio con il vescovo di Rieti Pompili e con il parroco di Accumoli

INTERVISTA Il vescovo di Rieti monsignor Domenico Pompili è la prima persona che ci accoglie nella tendopoli di Accumoli. «Il terremoto non uccide. Uccidono le opere dell’uomo» ha detto nell’omelia dei funerali per le 250 vittime laziali del sisma. Il Vescovo dal giorno del terremoto non ha smesso un solo giorno di fare la spola tra Rieti, Amatrice e Accumoli per portare conforto ai propri fedeli.

Monsignore, cosa è cambiato dalle 3.36 del 24 agosto?

«Un evento del genere sconvolge tutto. In questa fase sopraggiunge una sorta di sollievo per essere comunque in vita e per queste persone dobbiamo rimanere attenti e fare tutto ciò che possiamo per portare conforto».

Da dove bisogna ripartire?

«Quello che sarà decisivo a mio parere sarà fare in modo che di concerto le istituzioni politiche, culturali, spirituali e le attività produttive possano riportare in pista questa piccola comunità che pur piccola è molto coriacea».

Quindi anche da questo campo dove giovani volontari portano un sorriso a chi lo ha perso?

«Esatto, parlando con alcune signore mi hanno detto “Come ci trattano bene, qui ci viziano”. Anche in ospedale ho parlato con due coniugi inglesi che hanno perso un figlio molto piccolo mi hanno confidato: “Lei deve essere fiero della sua gente, perché siamo stati accolti con un’umanità che non avevamo mai incontrato prima”».

Sarà questo a fare la differenza?

«Sono convinto di sì, la botta è stata terrificante, ma la vita è sempre più forte».

In questo contesto quanto può essere importante il contributo della popolazione di Alba anche grazie alla raccolta fondi di Proteggere Insieme?

«Una realtà importante come quella di Alba che nel mio immaginario ricordo per i Paolini e per la Ferrero, può fare molto e sono felice che sia stata scelta la parrocchiale di Accumoli».

Marcello Pasquero

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