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«Non siamo i facchini della Fiera». Cirio all’attacco di ente e Comune

«Non siamo i facchini della Fiera».  Cirio all’attacco di ente e Comune

BORGHI Il sipario si alza lento sulla Fiera del tartufo, ma non mancano i malumori tra chi la vive nel suo cuore pulsante: i borghi, con oltre 500 volontari che animano le piazze cittadine con i loro colori. «La grande macchina dei borghi richiede preparazione, lavoro annuale, sacrificio, passione, storicità», dice Alberto Cirio, presidente della Giostra delle cento torri.

«Ho scritto al sindaco Marello: io e i borghi abbiamo preso atto del cambio di piazza per il Palio tramite mail; non abbiamo ancora avuto risposte alla richiesta, scritta a inizio anno, di occupazione delle piazze per le manifestazioni; il drappo del Palio manca di storicità perché è una foto applicata su tela; paghiamo l’occupazione del suolo pubblico per manifestazioni di interesse cittadino… Il Comune in tutto questo dov’è? Noi dobbiamo solo adattarci a decisioni già prese? L’impressione è che siamo mal sopportati dall’Amministrazione. Ma non siamo i facchini della Fiera, sia chiaro».

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Cirio è sostenuto dai presidenti dei borghi. Ines Manissero che guida il borgo San Lorenzo, Bruno Silvestro del borgo Moretta, Marita Marolo storica presidente del borgo del Fumo e Graziella Destefanis dei Patin e tesor sono concordi: «Il drappo del Palio, una foto di un piatto? Nulla da dire a Enrico Crippa, eccellenza gastronomica indiscutibile, ma la foto di un piatto che storicità suggerisce? Qual è il legame con la corsa degli asini? Meglio un artista locale, un pittore emergente se mancano i fondi, ma una foto ci lascia basiti. E siamo rimasti interdetti dalla scelta della piazza dove far correre gli asini. Sono anni che, per sicurezza, il palio è in piazza Medford; ci era stato promesso il ritorno in piazza Cagnasso: però ci sono gli ambulanti. E allora perché farci la proposta? Confusione, notizie a pioggia, poche spiegazioni: non si può lavorare così. E paghiamo anche la tassa per l’occupazione del suolo pubblico, una beffa».

Fabio Tripaldi, assessore alla cultura, replica: «Incontreremo presto la Giostra e discuteremo di queste scelte non condivise. La foto sul drappo del Palio rappresenta il territorio; è innovazione, cambiamento positivo. Per quanto riguarda la piazza, abbiamo tentato di spostare gli ambulanti, ma è stato impossibile: non avevamo altri spazi tanto grandi da offrire. La tassa per l’occupazione del suolo pubblico è legge e come tale va rispettata e pagata. Chiariremo tutto, ne sono sicuro».

Liliana Allena, presidente dell’ente Fiera, parla di decisioni consapevoli: «Abbiamo scelto Crippa e Bob Noto per dare una continuità alla mostra “Regina e Re di cuochi”. Il discorso enogastronomico è un’apertura, un punto zero anche per gli anni successivi per poter coniugare cultura e gusto. Non ritirare il Palio sarebbe una provocazione, un gesto poco costruttivo per una fiera che cerca di migliorarsi e innovarsi. Ci scusiamo per il ritardo con cui è stata diramata la notizia, questo sì, ma possiamo confrontarci e parlarne».

Cinzia Grande

 

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