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Quando il presidente Ciampi si fermò tre ore in più a Grinzane

Quando il presidente Ciampi si fermò tre ore in più a Grinzane

Alla morte del presidente Carlo Azeglio Ciampi torna vivo in tanti di noi il ricordo della sua memorabile visita a Grinzane Cavour nel 2003.
L’ultimo capo dello Stato italiano in visita a Grinzane era stato Luigi Einaudi: anche lui fervente liberale, economista e viticoltore proprio come il conte di Cavour; aveva voluto e sponsorizzato il completo restauro del castello in occasione del centenario dell’Unità d’Italia nel 1961.
Dovettero passare cinquant’anni perché un altro presidente salisse al castello per rendere omaggio allo spirito di unità nazionale che stava a cuore pure a Ciampi.

Proprio in quei giorni del 18 e 19 settembre 2003 fu definita la sua visita tra Cuneo e Torino. A Grinzane il presidente Ciampi avrebbe dovuto fermarsi due ore al massimo, secondo un rigido protocollo concordato con il cerimoniale: si trattenne invece per cinque ore, mandando in subbuglio e nel panico tutta l’organizzazione e il suo staff.

Il presidente, ricevuto nella sala consiliare, sciolse l’atmosfera dopo i discorsi di rito, allorché consegnammo a nome del Consiglio comunale il premio del Galletto d’oro, che è il simbolo di Grinzane. Alla vista della spilla simboleggiante un «gallo smaltato e colorato», la signora Franca, sempre presente al fianco del presidente, non poté trattenere un compiaciuto stupore, che manifestò subito con una sagace e simpatica battuta – che è persin troppo facile intuire –, che sprigionò una garbata risata. Era quella l’immagine che tutti attendevamo e che la stampa voleva: la presenza istituzionale di una coppia affiatata e unita che dava sicurezza specie nell’esperienza degli anni e dei ruoli. Quella sterzata al protocollo dovuta alla moglie mutò il clima all’improvviso, come se la coppia stesse interpretando un’immagine da consegnare a tutti, fatta di perfetta intesa e complicità familiare.

Quel clima di accoglienza sincera si trasportò anche a tavola, per il pranzo al castello. La coppia era stata raramente in Piemonte e quell’atmosfera di vago sapore autunnale era quanto si attendeva. Così infatti risposero i Ciampi alla domanda su come immaginassero il Piemonte collinare.

A quel tavolo di Grinzane Cavour erano presenti tutte le istituzioni e anche rappresentati dell’economia e del lavoro come Angelo Gaia, la signora Maria Franca Ferrero, Bruno Ceretto, Lorenzo Mondo e molti altri.
In quei mesi il presidente Carlo Azeglio Ciampi si era prefissato di visitare tutte le regioni d’Italia e il noto scrittore-giornalista Arrigo Levi era il suo consulente in questo suggestivo itinerario. Fu subito un intreccio di domande e di conoscenze, con i commensali che andavano ben al di là della pura formalità; da tutti la coppia presidenziale voleva sapere e capire che cosa capitava in questi luoghi e quali erano le esigenze e la realtà della gente, le attese e i progetti. Erano domande mirate e precise, a cui rispondemmo.

Stupimmo con la nostra cucina servita dall’allora gloriosa Scuola alberghiera di Barolo, che aveva approntato 4 portate con i sapori tipici della Langa. Nessuno pareva volesse abbandonare quel clima garbato e piacevole di familiarità che si era instaurato al tavolo e che per una volta faceva dimenticare l’apparente freddezza e il distacco del popolo piemontese e di Langa. Ogni tanto un carabiniere in divisa faceva capolino alla porta per poter capire, ma si ritraeva subito tranquillizzato.

La coppia presidenziale, Carlo e Franca, ci ringraziò anche per questo sentimento, che riuscimmo a comunicare. Poi partì per Santena, per andare a onorare la tomba dello statista Camillo Cavour. Il presidente aveva ben tre ore di ritardo e uno splendido tartufo, che senz’altro avrà fatto la gioia delle cucine del Quirinale.
Quel giorno – ne siamo certi – la Langa e l’Albese fecero bene la loro parte con i massimi vertici dello Stato, un presidente che sarà rimpianto dagli italiani.
Gigi Cabutto

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