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Un Dolcetto nel segno dell’armonia

Un Dolcetto nel segno dell’armonia

VENDEMMIA  La raccolta del Dolcetto è praticamente conclusa. Restano solo le colline più alte, ma gran parte dell’uva è in cantina. A quanto pare, la soddisfazione è generale. Ne siamo stati testimoni anche noi girando molte vigne alla caccia dei grappoli più belli da fotografare e, quest’anno, non abbiamo fatto fatica a trovarne in quantità.

Anche le uve Dolcetto, quindi, hanno regalato uno stato sanitario perfetto e questo è un ottimo precursore anche della qualità dei vini. Ma le uve non sono fatte unicamente di sola forma ed estetica. C’è la sostanza che vale e conta ancora di più. E della sostanza abbiamo parlato con Franco Alessandria, responsabile della parte analitica del progetto del Controllo di maturazione delle uve in Langa e Roero.

I dati che traspaiono dalle analisi chimiche sui campioni di uve lo dicono con chiarezza. Afferma Alessandria: «Ricchezza zuccherina e livello di acidità sono in molti casi in perfetta armonia, con potenziali gradazioni alcoliche di buon livello, ma senza esagerazioni. Sono sintomatici i dati medi ottenuti alla raccolta nei vigneti sottoposti al nostro controllo: gli zuccheri oscillano tra i 19 e i 19,7 gradi Babo e le acidità totali tra 6,25 e 6,50 per mille. In qualche caso, ci sono anche situazioni acide apparentemente inferiori all’ottimale, ma tutto andrà verificato a fine processo fermentativo. Durante la fermentazione, spesso si liberano acidità salificate e proiettano il risultato finale verso situazioni migliori».

L’andamento climatico, in particolare l’estate non troppo calda e l’avvio stabile di settembre con sbalzi termici limitati nel numero e nell’entità, non ha creato stress al Dolcetto. I proverbiali problemi di questo vitigno, soprattutto la cascola, stavolta non si sono ripetuti e, quindi, anche la fase di raccolta è stata meno impegnativa del solito.

Prosegue Alessandria: «Qualche problema in più si è avuto dove, durante l’estate, è arrivata la grandine. Ma non per la cascola, bensì per una sanità non impeccabile, anche se il periodo secco di inizio settembre ha favorito i fenomeni di cicatrizzazione sugli acini colpiti».

Forse più di altri anni, stavolta è difficile dare un’indicazione sulla quantità di produzione. Le indicazioni che arrivano dai vari osservatori sono anch’esse in contraddizione, anche se in generale si stima una buona quantità di produzione. I più ottimisti parlano di una produzione equivalente all’anno passato o al massimo con un 5-6% in più. Nelle scorse settimane, molti legavano questa valutazione al fatto che, tra fine agosto e inizio settembre, le piogge erano state assenti e le uve tendevano ad asciugare. Forse, le precipitazioni degli ultimi dieci giorni faranno segnare una leggera inversione di tendenza, ma senza esagerazioni.

Assai chiara è, invece, la situazione rispetto alla qualità e alla tipologia dei vini Dolcetto del 2016, indipendentemente dalla zona di origine. «I dati finora evidenziati fanno pensare a un Dolcetto 2016 all’insegna dell’armonia e dell’eleganza, con colori accentuati e vivi, profumi ampi e fragranti, sapori pieni, ma non esagerati e ottima bevibilità», conclude Alessandria. In sostanza, vini che si faranno bere. Anche un calice in più.

Giancarlo Montaldo

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